L’incontro dell’Arch. Dario Zingarelli con il Generale Roberto Vannacci © GZ
Da San Giovanni Rotondo a Borgo San Lorenzo, passando per Foggia. Cittadina che custodisce la memoria spirituale e operativa di San Pio da Pietrelcina, partono nuovi elementi di riflessione che si intrecciano con la storia civile e culturale di Borgo San Lorenzo, nel cuore del Mugello. Il filo conduttore è rappresentato dalla figura del dottor Guglielmo Sanguinetti, medico e collaboratore storico di Padre Pio, al quale l’Amministrazione comunale borghigiana ha recentemente deliberato di intitolare una via, in segno di riconoscenza e memoria condivisa. Si tratta di un gesto di reciprocità nei confronti del Comune di San Giovanni Rotondo, che già in passato ha dedicato una strada al medico toscano nei pressi del Convento dei Frati Cappuccini. Questo contesto ha fatto da cornice all’interessante contributo giornalistico di Giuseppe Zingarelli, storico e nostro collaboratore, che ci racconta l’importante incontro avvenuto a Foggia tra il Generale Roberto Vannacci, figura politica di rilievo nazionale, e l’architetto Dario Zingarelli, protagonista di una ricerca storica che riapre un capitolo rimasto troppo a lungo incompiuto.
Aldo Giovannini
Un confronto inedito tra architettura, fede e storia
Foggia, 26 giugno 2025 – Un incontro intenso, ricco di spunti storici e culturali, si è svolto nel capoluogo dauno tra l’architetto Dario Zingarelli e l’europarlamentare Roberto Vannacci, noto per il suo impegno politico. Al centro del colloquio, un argomento di rilevanza storica: la vera identità del progettista dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, un’opera monumentale e simbolica, fortemente voluta da Padre Pio per assistere i malati e i bisognosi.
L’incontro è stato definito “storico” non solo per il tema affrontato, ma anche per il momento in cui si inserisce: un periodo in cui la riscoperta delle verità storiche è centrale nel dibattito pubblico, specie quando esse riguardano figure come Padre Pio, che hanno lasciato un'impronta indelebile nella coscienza collettiva italiana e non solo.
Sirio Giametta: il progettista dimenticato, finalmente riconosciuto
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Grazie a una lunga e approfondita indagine condotta insieme all’architetto Gaetano Lombardi, Dario Zingarelli ha riportato alla luce il nome di Sirio Giametta, architetto campano nato a Frattamaggiore nel 1912, che nel 1940 ricevette direttamente da Padre Pio l’incarico di redigere il progetto esecutivo dell’ospedale. Il risultato fu un’opera imponente: 40 tavole tecniche, realizzate in appena due mesi, tra ottobre e dicembre dello stesso anno.
Giametta, allora all’inizio della sua carriera, si trovò improvvisamente al centro di un progetto che avrebbe cambiato la sua vita e quella di migliaia di persone. Tuttavia, per motivi legati alla guerra, ai cambiamenti politici e a una narrazione storica distorta, il suo nome fu progressivamente rimosso dai documenti ufficiali, lasciando spazio a figure come quella di Angelo Lupi, poi coinvolto in un processo per esercizio abusivo della professione di ingegnere e architetto. Le testimonianze e i documenti raccolti dal Gruppo di Studio guidato da Zingarelli mostrano una ricostruzione coerente e dettagliata che consente oggi di restituire a Sirio Giametta la giusta paternità dell’opera, cancellando decenni di omissioni.
Il progetto originale negli archivi UNRRA a New York
Una delle rivelazioni più significative emerse durante l’incontro con Vannacci riguarda la presunta ubicazione attuale del progetto originale. Secondo Zingarelli, le tavole di Giametta sarebbero ancora conservate a New York, negli archivi storici dell’UNRRA, l’agenzia internazionale creata nel 1943 per sostenere la ricostruzione post-bellica.
È probabile che il progetto sia arrivato a New York nel 1946, spedito dal dottor Sanguinetti, da Mario Sanvico e dallo stesso Lupi, e che sia stato esaminato da Fiorello La Guardia, presidente dell’ente e figura influente negli Stati Uniti, nonché di origini foggiane. La Guardia, riconoscendone il valore umanitario, firmò il primo finanziamento internazionale che consentì l’avvio dei lavori nel dopoguerra. Recuperare quel progetto e riportarlo in Italia – ha affermato Zingarelli – significherebbe restituire dignità storica a un’opera e ai suoi veri autori, oltre a riconciliare simbolicamente la storia della Seconda Guerra Mondiale con quella spirituale e civile del nostro Paese.
Il libro di Campanella e la fase “pionieristica”
Durante l’incontro, l’architetto Zingarelli ha donato al Generale una copia del libro Il medico con le scarpe rotte di Stefano Campanella, direttore di Padre Pio TV. Il volume, oltre a offrire una biografia documentata del dottor Sanguinetti, ricostruisce la prima fase della costruzione dell’ospedale, definita da Zingarelli “fase pionieristica”.
In esso si smonta l’attribuzione esclusiva ad Angelo Lupi del ruolo di progettista, chiarendo i ruoli professionali di figure come gli ingegneri Gaetano Candelori e Attilio Vianale, che diressero ufficialmente i lavori. Il testo fornisce un quadro documentato, basato su fonti primarie, che conferma l’esistenza di un team di tecnici qualificati, molti dei quali finora ignorati dalla storiografia ufficiale.
Una rete di eventi storici attorno a Padre Pio
Zingarelli sostiene che attorno al progetto dell’ospedale ruotino numerosi eventi chiave della storia italiana, dal fascismo alla monarchia, dall’armistizio del 1943 al referendum del 1946, fino al ruolo delle forze alleate. In questo intreccio compaiono nomi importanti: Mussolini, Badoglio, D’Annunzio, Andreotti, La Guardia, ma anche figli spirituali di Padre Pio attivi in ruoli strategici, come il chirurgo Federico D’Alfonso e il vice prefetto Cesare Pace. Un contesto che rafforza l’idea che l’opera di Padre Pio non fu solo religiosa o sanitaria, ma anche culturalmente e politicamente significativa, al punto da rappresentare un nodo simbolico nella rete delle trasformazioni italiane del Novecento.
Le figure femminili della costruzione
Tra le numerose scoperte, merita attenzione anche la valorizzazione del contributo femminile. L’architetta Maria Antonietta Soccio, parte del gruppo di studio, ha evidenziato il ruolo dell’ingegnera Eleonora Figna, tra le prime laureate in ingegneria in Italia, che scelse di trasferirsi a San Giovanni Rotondo per sostenere direttamente l’opera di Padre Pio. Una testimonianza di dedizione professionale e passione civile, che arricchisce ulteriormente la complessa narrazione dell’impresa.
L'impegno del Generale Vannacci per la verità storica
Presente all’incontro anche Joseph Splendido, Consigliere regionale della Puglia e coordinatore della visita, il Generale Vannacci ha espresso viva curiosità e interesse per l’intera vicenda, apprezzando l’approfondimento documentale e offrendo la propria disponibilità per favorire il rientro in Italia del progetto di Giametta.
«Come direbbe Umberto Eco – ha concluso Zingarelli – il nome della rosa è stato ora svelato. E con esso, una verità nascosta per troppo tempo.»


