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Le origini degli Etruschi tra mito e scienza: dalle ipotesi greche all’archeologia moderna

Tra racconti leggendari e studi recenti, un viaggio nelle teorie antiche e nelle prove storiche che confermano l’autoctonia del popolo etrusco

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etruschi etruschi © nc
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Dopo il precedente approfondimento a firma del giornalista Franco Giaccherini, pubblicato su OK!Mugello e dedicato alle teorie sul legame tra mito e scienza nella ricerca delle radici etrusche (leggi qui l’articolo), prosegue l’analisi storica e critica sulle ipotesi tramandate dalle fonti greche. Dai racconti mitici di Esiodo ed Erodoto fino alle valutazioni di Dionigi di Alicarnasso, il confronto con i dati archeologici e linguistici restituisce un quadro complesso, ma sempre più orientato a confermare la continuità autoctona del popolo etrusco.

Dagli autori greci in merito alle origini degli Etruschi, ci appaiono assai discordanti,anche per via che i detti, furono redatti diversi secoli dopo le prime autentiche attestazioni archeologiche. in Italia. Oltretutto, le fonti giunte a noi più antiche, come la Teogonia  di Esiodo ma anche un inno omerico, non fanno alcuna menzione ad un origine alloctona degli stessi,  tuttavia, basandoci sui racconti greci basati strettamente sui modelli del racconto coloniale e lo stesso mito della fondazione , sono il risultato di una evidente ed inconfutabile serie di racconti mitici visti in chiave propagandistica-a volte, persino anti-etrusca, mentre altre addirittura proto-etrusca ciò, portò ad inevitabili cambiamenti avvenuti nel corso di molti anni, e nei rapporti fra Greci ed Etruschi.   Da qui presero vita le due tesi sull'origine orientale (quella pelasgica dalla Tessaglia e quella anatolica dalla Lidia), le stesse, erano mirate a collegare le origini dello stesso popolo etrusco più probabilmente ad un orizzonte etnico, culturale e, geografico assai più vicino al mondo greco, tuttavia mentre le tesi dell' autoctonia degli Etruschi mirava a sottolineare e mettere in chiaro ma, con un'accezione dispregiativa, la reale distanza etnica e culturale che era palese fra Etruschi e Greci.

Ad oggi, tutte le palesi evidenze che sono state raccolte dall' archeologia preistorica e protostorica, dall' antropologia e dall'etruscologia rimangono saldamente ancorate  a un'origine autoctona degli Etruschi, archeologicamente e linguisticamente a tutt'oggi, non sono state rinvenute le prove di una forma di migrazione dei Lidi dei Pelasgi in Etruria Risulta tuttavia una forte critica in tal senso che è stata espressa anche nell'antichità dallo storico  Dionigi di Alicarnasso, il quale in proposito della supposta origine degli Etruschi dalla Lidia, a cui fa cenno più volte Erodoto, evidenzia che Lidi ed Etruschi non mostravano fra loro, alcuna somiglianza, sia nella lingua che nei riti religiosi e anche nella cultura. Infatti, per quanto da lui conosciuto, il suo giudizio che scaturì, fu che appunto per quanto gli era noto, a suo giudizio, gli inconfutabili caratteri della arcaicità dello stesso popolo Etrusco,sia negli aspetti linguistici nonché quelli culturali, erano da considerarsi prova dell' autoctonia di quel popolo stesso.

Oggi, gli archeologi sono abbastanza d'accordo sulla sostanziale continuità  che c'era e c'è fra la cultura Etrusca di età orientalizzante e la precedente cultura villanoviana, attestata a partire dal 900 a.C. circa che era considerata la fase più antica della civiltà Etrusca,è bene tenere a mente che, tutte le manifestazioni culturali della stessa cultura villanoviana, derivano a loro volta senza però alcuna evidenza di discontinuità, dalla più antica cultura protovillanoviana (1200a.C. - 901 a.C.), cioè dall'età del bronzo finale.   Studi recentissimi, di linguistica hanno dimostrato una consistente affinità della lingua etrusca con la lingua retica che era parlata nelle Alpi, tanto da ritenere che sia la lingua etrusca che quella retica, facciano parte della linguistica tirrenica, appartenenti alle lingue preindoeuropee e paleo-indoeuropee.di cui farebbe parte anche la lingua attestata rinvenuta in alcune iscrizioni nell' isola di Lemno in Grecia.

Diversi e differenti studi di antropologia fisica, nonché studi recenti di genetica,fatti su campioni di ossa etrusche, vissute verosimilmente fra 900 a.C. e il 1 secolo a.C. hanno portato alla conclusione  che, gli Etruschi erano autoctoni e, anche gli Etruschi, come i Latini, avevano nel loro DNA percentuali significative della componente ancestrale che rimanda alle popolazioni  dell'età del Bronzo della steppa pontico caspiche dell' Europa nord-orientale, considerate progenitori dei popoli di lingua indoeuropea (cultura di jamna), ma, tuttavia, secondo i linguisti gli Etruschi, parlavano una lingua preindoeuropea e paleo europea senza apparenti legami con la famiglia delle lingue indoeuropee.  Tali dati, ci indicano che, la stabilizzazione nella penisola Italiana, e nella catena delle Alpi, dei progenitori linguistici  degli Etruschi, e anche dei Reti, avvenne in un'epoca ben più antica rispetto alla discesa degli antenati dei Latini e degli altri popoli italici di lingua indoeuropea avvenuta in più fasi  della tarda età del bronzo.

LE IPOTESI DELLA STORIOGRAFIA ANTICA

La più antica testimonianza sui Tirreni (il nome con cui i Greci si riferivano agli Etruschi) è contenuta in un passo della  Teogonia di Esiodo, scrittore greco vissuto tra l'VIII ed il VII secolo a.C.,tre secoli prima di Erodoto ed Ellanico diLesbo, che proposero due tesi differenti inmerito all'origine orientale del popolo etrusco.

" Circe, figlia di Helios figlio di Hyperion partorì in unione ad Odisseo paziente Agrio e Latino perfetto e forte.  Telegono generò grazie ad Afrodite d'oro.   Essi molto lontani nel recesso delle isole sacre su tutti i tirreni illustrissimi regnavano"

(Esiodo, Teogonia, 1011-1016) (38)

Questo passo citato appunto da Esiodo, riecheggia uno dei miti che si erano diffusi allora cioè in epoca orientalizzante ciò nel tentativo di nobilitare le origini dei popoli italici, con cui i Greci intrattenevano a quel tempo notevoli relazioni a carattere commerciale.   Secondo  la versione giuntaci da Esiodo,  che a sua volta ci rimanda al celebre episodio di Ulisse e della dea Circe narrato nell'Odissea, gli stessi Re eponimi degli Italici furono il frutto di questa unione:  Latino, re eponimo dei Latini (diffusamente presente anche nell'Eneide di Virgilio) fu loro figlio;  suo fratello Telegono, come ci racconta Igino, generò Italo, re eponimo degli Itali (spesso considerati equivalenti o parte degli Enotri a loro volta stanziati nel Meridione);   infine viene menzionato anche un Agrio altrimenti sconosciuto , che sulla base del testo di Esiodo deve essere certamente collegato  ad una qualche tradizione italica su re o eroi eponimi non nota da altre fonti giunteci ad oggi.Ma, si noti che Servio ci riferisce di una tradizione che fa di Ausione, re eponimo degli Ausoni, un figlio Ulisse e di Circe,  tuttavia non menzionato da Esiodo e un ulteriore innominato figlio della coppia, è citato da Plinio il Vecchio quale re eponimo dei Marsi (uno dei due è molto probabilmente da identificare nell'oscuro Agrio, ricordato da Esiodo).   Dopo aver menzionato tali tradizioni, Esiodo, sembra alludere ad una dominazione dei Latini, degli Itali e infine del popolo guidato da Agrio sui Tirreni.     L'interpretazione  più comunemente accettata  è che in Esiodo, l'uso dell' etnonimo Tirreni, fosse esteso ma, in senso puramente generico a tutti gli abitanti  dell'Italia Centrale e che, in ambiente greco il termine Tirrenia  fosse al tempo di Esiodo  riferibile a tutto il Mondo Italico occidentale.    Esplicita, in tal senso, vi è la testimonianza riportata secoli dopo da Dionigi di Alicarnasso, secondo cui,  

"C'è stato infatti un tempo in cui i Latini, Umbri, Ausoni, e molti altri, ed erano chiamati dai Greci  "Tirreni", dato che la lunga coabitazione   degli ethne rendeva assai poco chiara la distinzione a chi risiedeva lontano, (...) la stessa Roma, molti scrittori supposero allora, si trattasse di una città Tirrenica".

A conclusione, la testimonianza sui Tirreni di Esiodo, non riporta alcuna alcuna informazione  sull'origine del popolo Etrusco.

IPOTESI DELLA PROVENIENZA ORIENTALE: TESSAGLIA O LIDIA?

Tessaglia

La prima tesi, del filone della provenienza orientale, venne sostenuta  da Ellanico di Lesbo, storico greco del V secolo a.C. ed è riportata da Dionigi di Alicarnasso. L'attidografo Ellanico, rifacendosi a sua volta alla tradizione ateniese, ricollega, a sua volta, i Tirreni al popolo dei Pelasgi, a loro volta stanziati nella pelasgiotide, territorio collocato nella regione greca conosciuta in epoca storica come Tessaglia; i Pelasgi, erano considerati i discendenti delle popolazioni preelleniche che abitavano la Grecia molto prima della discesa degli Achei nonché e infine dello sviluppo della civiltà micenea;  la Pelasgiotide fu a sua volta invasa dalle tribù dei Dori, dei Tesprozi  e dei Molossi ma anche  altre tribù greche del nord-ovest alla fine dell'età del Bronzo.  Durante gli eventi che si susseguirono, vi fu la guerra di Troia che portarono al collasso dei regni micenei e di seguito all'avvento del cosiddetto Medioevo ellenico ; secondo Ellanico, l'invasione dei Greci ne determinò la fuga dei Pelasgi, dalla loro patria, in direzione del Mare Adriatico; così, sbarcarono nel Delta Del fiume Po, proprio nei pressi di Spina e occuparono in seguito Cortona; fu da qui che si espansero, si irradiarono stanziandosi nella regione poi denominata Tirrenia,dandosi così il nome di tirreni e, sotto questo nome i Tirreni tornarono poi, a frequentare con le loro navi i mari d' Oriente.

LIDIA

La seconda tesi sull'origine degli Etruschi, è riferita dallo storico Erodoto, contemporaneo di Ellanico: egli cita una tradizione assai diffusa dai  Lidi, una popolazione anatolica di lingua indoeuropea stanziata presso le rive del Mar Egeo, secondo la quale, la Tirrenia fu colonizzata dai Lidi, una popolazione anatolica di lingua indoeuropea stanziata sulle coste del Mar Egeo secondo la quale la Tirrenia fu colonizzata dai Lidi al tempo del re Atys,figlio di Manes che, a causa  di una carestia durata 18 anni, fu costretto a dividere il popolo in due gruppi distinti il primo destinato a restare mentre l'altro a emigrare via nave in cerca di nuove terre verso Occidente; alla testa della spedizione volle porre suo figlio Tirreno che, a sua volta salpò  da Smirne e raggiunse approdando nelle terre degli Umbri nell'Italia Centrale, dove gli emigrati si stanziarono e fondarono città.  In onore di Tirreno   fu così che i Lidi stanziati in Italia presero il nome di Tirreni.

A ben vedere, sin dall' antichità, furono sollevati dubbi sulla veridicità del racconto riportato da Erodoto; Dionigi di Alicarnasso critica la stessa tesi erodotea sulla presenza degli Etruschi dalla Lidia, evidenziando che, Lidi ed Etruschi, non mostravano alcuna somiglianza nella lingua, nella religione nella cultura; infatti, la lingua Etrusca non poteva in alcun modo essere messa in relazione con alcun altro linguaggio da lui conosciuto.     Dionigi sottolinea in proposito che anche lo storico Xanto di Lidia, nativodi Sardi nonché autore di una storia della Lidia in 4 libri.

Già nel 1937 la classicista statunitense Louise Adams Holland sostenne che quella di Erodoto fosse una storia del tutto falsa, frutto di chissà quali disegni del tutto inattendibili,  Tutto nacque a causa della fama dello storico il quale aveva acquisito nell'antichità una risonanza che via via era cresciuta  assai ben oltre le intenzioni dello stesso autore,che, a sua volta narrando dei giochi diffusi fra i Lidi, si era limitato  riportare un aneddoto udito da fonti non precisate.

Secondo l'etruscologo francese Dominique Briquel la tesi dell' origine della Lidia, fu una deliberata  fabbricazione propagandistica in chiave prettamente politica, creata a cavallo fra il VI secolo a.C.e l'inizio del V secolo a.C. presso la corte ellenizzata di Sardi; diversamente il grecista italiano Lorenzo Braccesi,ipotizza che questa tradizione  sia nata a Siracusa intorno al VI-V secolo a.C.  città greca della Sicilia in conflitto con gli etruschi.      Secondo il classicista britannico Michae Grant la storia erodotea si basa su etimologie erronee, come del resto molte altre tradizioni sull' origini dei popoli ai margini del Mondo greco e si ritiene che pur essendo tale racconto, completamente inventato, gli stessi Etruschi lo fecero proprio e lo diffusero, a loro volta per facilitare i commerci in Asia Minore, nel periodo in cui molte città dell'Asia Minore, e gli Etruschi stessi, furono in guerra contro i Greci.   Ma, altri studiosi,hanno suggerito che la tradizione  fosse dovuta ai Focei sconfitti dagli Etruschi ad Alalla e altri ancora che la tradizione fosse nata in funzione anti-etrusca nell'ambiente di Aristodemo  di Cuma..  Ancora, lo storico statunitense Robert Drews ritiene che i Greci non avessero mai sentito parlare di una origine lidia degli Etruschi prima del racconto erotodeo e, che non fosse una tradizione conosciuta dai Lidi stessi,inventata ad Atene verso la fine del V secolo a.C..

Franco Giaccherini
iscritto all'O.D.G. (Ordine dei Giornalisti della Toscana) e iscritto anche all'U.S.P.I. (Unione Stampa Periodica Italiana dal 1971)

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