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Unione dei Comuni del Mugello: Triberti alla presidenza tra polemiche e ombre

L'elezione di Triberti divide il Consiglio. Le opposizioni denunciano decisioni già scritte, criticando la gestione economica e la trasparenza dell'ente

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Si è tenuto ieri, 27 settembre, il Consiglio dell'Unione Montana dei Comuni del Mugello, durante il quale, come prevedibile, Tommaso Triberti, sindaco di Marradi ed esponente di Italia Viva, è stato eletto presidente dell'Unione. Una nomina attesa, ma non senza polemiche e malumori. Se da una parte i gruppi di centrosinistra (Pd e Italia Viva), con il sostegno della consigliera Bonanni e del sindaco di Borgo San Lorenzo, Leonardo Romagnoli, hanno dato il loro consenso, dall’altra, non sono mancati i voti contrari dei tre gruppi di destra e centrodestra, insieme all'astensione del sindaco di Firenzuola, Giampaolo Buti, e dei rappresentanti della sinistra e del Movimento 5 Stelle.

La vicenda, però, non si limita al mero risultato elettorale. Come lamentato da vari esponenti dell'opposizione, la nomina di Triberti era già stata decisa dietro le quinte e anticipata sulla stampa, ben prima che il Consiglio si riunisse. Un atto che, secondo le voci critiche, avrebbe svuotato di significato il processo democratico, trasformando quella che dovrebbe essere un'elezione trasparente e partecipata in una farsa politica.

Giampaolo Giannelli, rappresentante del gruppo Lega-Centrodestra per Scarperia e San Piero, non ha usato mezzi termini per esprimere la sua indignazione:

"Il nome del nuovo presidente è apparso sulla stampa prima ancora di essere discusso nelle sedi istituzionali appropriate, compresa la conferenza dei capigruppo. Questo rappresenta un grave svilimento del ruolo del Consiglio dell'Unione, che si è trovato davanti a un copione già scritto".

Le critiche di Giannelli colpiscono nel cuore la modalità stessa con cui l'Unione dei Comuni viene gestita, sottolineando come l'ente abbia perso la propria centralità, diventando una pedina di giochi di potere tra i sindaci del centrosinistra.

A sollevare ulteriori perplessità è stata Raffaella Ridolfi, capogruppo del Centrodestra Mugello e Alto Mugello, che ha puntato il dito sulla situazione economica del comune di Marradi, amministrato da Triberti.

"Non possiamo votare un sindaco che, durante la sua gestione, ha contratto pesanti debiti con l’Unione dei Comuni, non pagando per i servizi resi dalla stessa. Non possiamo appoggiare una candidatura che non rispetta i criteri di imparzialità, economicità, efficacia ed efficienza richiesti alla Pubblica Amministrazione".

La Ridolfi ha anche denunciato come l'intero processo elettorale sia stato caratterizzato da un mancato confronto democratico:

"Non abbiamo potuto nemmeno analizzare un programma di mandato, ancora sconosciuto in data odierna. I presidenti non si eleggono più nei consigli, ma vengono annunciati attraverso gli addetti stampa".

Anche Silvia Castellani per Fratelli d'Italia Mugello ha espresso forte dissenso riguardo alla nomina di Triberti. La scelta di un sindaco di un comune in difficoltà economiche, come Marradi, rappresenta un passo falso.

È  la prima che volta che mi capita di votare un candidato senza sapere in definitiva quale sia il suo programma e cosa intende sviluppare durante il suo mandato. Ci è  stato detto che le linee programmatiche del programma di Triberti saranno portate al prossimo consiglio. Ma ieri è  stato ufficialmente eletto, così sulla fiducia. 

La dichiarazione rispecchia il sentimento diffuso tra i gruppi di opposizione, che vedono nell'Unione dei Comuni un ente ormai utilizzato a scopo di poltronificio, come dichiarato anche dalle organizzazioni sindacali dei dipendenti dell'Unione, che hanno addirittura scritto al Prefetto, preoccupati per il futuro di un ente che dovrebbe servire i comuni del territorio, ma che sembra essere marginale nell’agenda politica locale.

L'elezione di Tommaso Triberti, più che una celebrazione della democrazia locale, sembra essere stata il culmine di un teatrino in cui tutto era già stato deciso. Le critiche delle opposizioni, unite al malcontento crescente, sollevano dubbi non solo sulla figura del nuovo presidente, ma anche sul futuro stesso dell’Unione dei Comuni, un'istituzione che, secondo molti, rischia di diventare una scatola vuota, funzionale solo ai giochi di potere tra pochi eletti.

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