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Sigarette, aumenti vertiginosi nel 2026: quanto costerà in più ogni pacchetto

La sigarette stanno per andare incontro a un nuovo aumento di prezzo molto alto: ecco quanto costeranno nel 2026

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sigarette sigarette © N. c.
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La Commissione europea ha proposto un nuovo intervento fiscale che potrebbe portare a un significativo aumento del prezzo delle sigarette nel 2026. Questa misura, inserita nel quadro del nuovo Multiannual Financial Framework (MFF) 2028-2034, mira a uniformare e aumentare le accise minime sui prodotti del tabacco in tutti gli Stati membri, con l’obiettivo di ridurre le disparità di prezzo e incrementare le entrate fiscali a livello comunitario.

Attualmente, l’accisa minima nell’UE è fissata a 90 euro per mille sigarette e deve rappresentare almeno il 60% del prezzo medio ponderato al dettaglio. Alcuni Paesi, come l’Italia, hanno già superato questi parametri: in Italia, dal febbraio 2025, l’imposta ammonta a 209,30 euro al chilogrammo, mentre in Spagna si attesta intorno a 150 euro. La nuova proposta della Commissione prevede un innalzamento dell’accisa minima a 215 euro per mille sigarette e al 63% del prezzo medio ponderato.

In termini concreti, ciò si tradurrebbe in un aumento del peso fiscale su un pacchetto da 20 sigarette in Italia da 4,18 a 4,30 euro, circa 12 centesimi in più per confezione. Tuttavia, in altri Stati membri il rincaro potrebbe raggiungere fino a 2 euro per pacchetto, anche se l’effettivo impatto dipenderà dalle politiche nazionali, dalle strategie commerciali delle imprese e dalle condizioni di mercato.

Tassazione estesa ai prodotti alternativi al tabacco

La proposta non si limita alle sigarette tradizionali, ma include anche i prodotti a rischio ridotto come le sigarette elettroniche, i vaporizzatori e le bustine di nicotina. Questi prodotti rappresentano oggi il 13% del mercato europeo del tabacco, ma sono considerati da Bruxelles una crescente minaccia per la salute pubblica. Pertanto, è prevista l’introduzione di un sistema armonizzato di tassazione per questi articoli.

uomo fuma

In particolare, i liquidi per sigarette elettroniche con contenuto di nicotina fino a 15 mg/ml saranno soggetti a una tassa minima del 20% sul prezzo al dettaglio, con un minimo di 0,12 euro per millilitro. Le ricariche più concentrate saranno tassate al 40%, con un minimo di 0,36 euro per millilitro. Le bustine di nicotina avranno un’imposta del 50% sul prezzo di vendita, mentre gomme e inalatori seguiranno criteri analoghi.

Un elemento chiave della proposta è la creazione della Tedor (Tobacco Excise Duty Own Resource), una nuova fonte di entrate fiscali per l’Unione europea. Bruxelles intende destinare il 15% dell’aliquota minima europea a questa risorsa, che potrebbe generare fino a 11,2 miliardi di euro all’anno. Tuttavia, la proposta ha incontrato resistenze da parte di diversi Stati membri, contrari a nuove fonti di finanziamento comuni nel periodo 2028-2034.

Pressioni in Italia per un aumento più consistente del prezzo

Parallelamente alla proposta europea, in Italia si sta consolidando un forte impulso politico e sanitario per un aumento più marcato del prezzo delle sigarette, fino a 5 euro in più per pacchetto. L’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), con il sostegno di diversi esponenti politici tra cui la vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, ha lanciato la campagna #SOStenereSSN. L’obiettivo è disincentivare il consumo di tabacco, principale causa di tumori polmonari, e raccogliere risorse aggiuntive, fino a 13,8 miliardi di euro, da destinare al finanziamento del Servizio sanitario nazionale.

Secondo Aiom, il tabagismo è responsabile di oltre 93.000 morti all’anno in Italia e comporta costi sociali superiori a 26 miliardi di euro. La proposta di tassa di scopo, sostenuta anche da studi dell’Istituto Mario Negri, gode del favore del 62% degli italiani, inclusi molti fumatori. L’aumento del prezzo è considerato uno dei più efficaci strumenti di politica sanitaria per ridurre il consumo e finanziare misure di prevenzione e cura.

Contesto europeo e nazionale sulle politiche fiscali

Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle politiche fiscali e sanitarie in Europa. La Commissione europea continua a rafforzare le normative volte a tutelare la salute pubblica, mentre gli Stati membri valutano come integrare queste misure con interventi nazionali più incisivi. La proposta di Bruxelles e le campagne italiane sottolineano l’importanza di un approccio coordinato, che coniughi efficacia sanitaria e sostenibilità economica, in vista della programmazione finanziaria 2028-2034 dell’Unione.