RIflessione, esistenza di dio © kyraxys - Pixabay
Sono nato il 3 settembre 1939, preceduto da un curioso episodio: uno zio di mia madre andò da Padre Pio per chiedere preghiere per un’operazione e lui predisse che mia madre avrebbe avuto un figlio maschio, “maestro della Chiesa cattolica”. Per molti anni ho vissuto senza pensarci troppo, ma col tempo ho iniziato a interrogarmi sulla fede e a scrivere riflessioni, cercando di fare un bilancio di ciò che credo.
La mia domanda di fondo è semplice ma abissale: esiste Dio? La logica mi porta a pensare che un essere superiore debba esistere, perché qualcosa deve aver dato origine all’universo. Ma la sua vera natura ci sfugge: è fuori dal tempo e dallo spazio, quindi inconoscibile per la mente umana. Sant’Agostino lo aveva già espresso con la metafora del bambino che cerca di svuotare il mare con un secchiello.
Non sappiamo se esiste un aldilà, né se le preghiere vengano ascoltate da Dio, dai santi o dai nostri cari defunti. La religione cattolica offre risposte, ma non prove razionali. Gesù è risorto, ma non ci ha lasciato spiegazioni verificabili. Alla fine, la fede non si può dimostrare: possiamo solo scegliere di crederci o meno.
Da qui nasce il mio pensiero: la nostra unica vera risorsa è la fantasia, unita a intelligenza, logica e buon senso. Se Dio e il soprannaturale sono inconoscibili, possiamo almeno immaginarli. Così, quello che non è razionalmente dimostrabile può trovare spazio in un “mondo fantastico” dove religione, spiritualità ed extra-terrestre si fondono come possibilità.
Ho individuato due ipotesi di vita:
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Vivere come esseri puramente materiali, senza porci domande sul “perché” e finire nel nulla.
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Accogliere l’idea che la nostra origine sia in un “mondo extra-terrestre” sconosciuto, e creare con la fantasia un senso spirituale e ultraterreno alla nostra esistenza.
Scelgo la seconda via, non perché abbia prove, ma perché offre uno scopo e valori etici universali, come quelli insegnati da Gesù e contenuti nei Dieci Comandamenti. Anche se non fossero stati dettati da Dio in senso letterale, restano un modello di vita valido e di buon senso.
Alla fine, credo che non sia credibile solo ciò che è razionalmente dimostrabile: molte cose che immaginiamo possono essere plausibili e dare significato alla vita. Non nego la religione cattolica, ma la rileggo come un insieme di principi etici e spirituali che, sebbene nati anche dalla fantasia umana, restano i migliori strumenti per vivere in armonia.
Forse con la morte entreremo in contatto con l’infinito e con Dio. Non possiamo esserne certi, ma non abbiamo alternative migliori. E così continuo il mio cammino, cercando Dio nella combinazione unica di logica, immaginazione e fede.
Articolo a cura di Pierluigi Recati.
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