Questo è l’olio extravergine di oliva più scadente che puoi comprare al supermercato - okmugello.it
Negli ultimi mesi, un test condotto in Svizzera dalla rivista K-Tipp e dalla trasmissione televisiva Kassensturz ha acceso i riflettori su un tema che riguarda milioni di consumatori europei: la reale qualità dell’olio extravergine di oliva venduto nei supermercati. L’indagine ha esaminato 13 campioni, tra prodotti biologici e non, provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo. I risultati sono sorprendenti e, in alcuni casi, preoccupanti. Molti oli che portano la dicitura “extravergine” non ne avrebbero i requisiti secondo i criteri sensoriali e chimici stabiliti dalle norme internazionali.
L’obiettivo dell’analisi era verificare la coerenza tra etichetta e contenuto, un punto cruciale per un mercato che spesso fa leva sul richiamo alla qualità italiana, greca o spagnola. Gli esperti hanno testato parametri fondamentali come acidità, ossidazione e caratteristiche aromatiche, affidando poi a una giuria di degustatori il giudizio finale sul gusto e sull’odore di ogni campione.
I risultati del test e i marchi bocciati
La parte più discussa dell’indagine riguarda il Primadonna Bio di Lidl, che ha ottenuto il punteggio più basso in assoluto: zero punti su dieci. Gli esperti lo hanno descritto con parole severe, definendolo “stagnante e fangoso”. Per la giuria, non possiede le qualità minime per essere commercializzato come extravergine. Un verdetto netto, che riapre la questione della trasparenza nella filiera degli oli a basso costo.
Un altro prodotto finito sotto accusa è l’olio spagnolo Ybarra, distribuito in Svizzera dal gruppo Denner, che si è fermato a 4,3 punti su 10. Il suo profilo è stato giudicato poco armonico, con note spente e prive di equilibrio.

La ricerca ha mostrato che molti marchi utilizzano miscele di olive provenienti da Paesi diversi, riducendo così la riconoscibilità del sapore e la qualità complessiva. Nonostante le indicazioni in etichetta, la denominazione “extravergine” non sempre corrisponde a un olio ottenuto da olive fresche spremute a freddo e prive di difetti organolettici.
Un elemento interessante è il miglioramento generale rispetto ai test precedenti. Nel 2020, più della metà dei campioni analizzati risultava insufficiente, mentre oggi le bocciature sono meno frequenti. Marchi come Monini (venduto da Migros) e Naturaplan (Coop) mantengono standard costanti, anche se con prezzi più elevati rispetto alla media. Lidl, invece, continua a non superare le prove di qualità, replicando il giudizio negativo già ottenuto cinque anni fa.
I migliori oli extravergine e come riconoscerli
Sul fronte opposto, emergono oli che hanno convinto i giudici sia per profilo aromatico che per equilibrio gustativo. In testa alla classifica si colloca il Manor Bio, un prodotto italiano che ha totalizzato 7 punti su 10, distinguendosi per freschezza e purezza. Al secondo posto compare l’olio greco Iliada, venduto da Coop, con 6,6 punti, apprezzato per le sue note fruttate e per la buona persistenza al palato.
Una sorpresa arriva da Bio Natura di Aldi, che, con un prezzo di circa 10 euro al litro, ha ottenuto 5,6 punti. Gli esperti lo hanno definito “buono”, grazie al profumo di nocciola e alla sensazione di pulizia. Tra i prodotti di fascia più alta, restano stabili Bertolli, Naturaplan e Chiarello, con punteggi tra 6 e 6,2.
Gli specialisti hanno ricordato alcuni criteri utili per distinguere un vero olio extravergine di qualità. Il sapore deve evocare olive fresche e verdi, con sentori erbacei o di pomodoro, e può includere un leggero pizzicore in gola, segno della presenza di antiossidanti naturali. Al contrario, aromi di muffa, vino o terra indicano difetti di conservazione o ossidazione.
Il test conferma che la qualità dell’olio varia notevolmente anche tra prodotti molto diffusi. Non sempre il prezzo basso coincide con convenienza, soprattutto quando l’etichetta nasconde un’origine mista o un processo di produzione poco trasparente.
L’indagine svizzera, pur limitata al mercato locale, fornisce un segnale importante anche per i consumatori italiani: leggere attentamente le etichette, diffidare delle promesse generiche e ricordare che un vero extravergine deve avere profumo, gusto e freschezza autentici.


