Elezioni - Immagine di repertorio © N. c.
Tra le lettere giunte in redazione, pubblichiamo la riflessione di Silvio, un lettore che esprime la propria delusione nei confronti della politica italiana e delle promesse non mantenute.
«Rammento quando il nuovo governo parlava di flat tax estesa a tutti, così come rammento la promessa di abolire le accise. Sono tutte promesse mancate», scrive l’autore, che denuncia un sistema fiscale percepito come ingiusto.
Secondo la sua analisi, pensionati e lavoratori dipendenti sopportano il peso maggiore dell’IRPEF, mentre altre categorie – come concessionari balneari e tassisti – beneficerebbero di trattamenti più favorevoli. «Perché – si chiede – un tassista dichiara talvolta meno di 12.000 euro l’anno, mentre le concessioni balneari pagano canoni annuali tra 3.000 e 12.000 euro?».
Sanità, scuola ed energia: i nodi di un sistema in crisi
Il lettore individua le conseguenze di queste politiche nella progressiva deteriorazione dei servizi pubblici. «I frutti di questa politica scellerata si vedono da anni: la sanità è allo sfascio, della scuola non ne parliamo, i costi energetici sono folli», scrive Silvio, riassumendo un malcontento diffuso tra molti cittadini.
Astensionismo e crisi della rappresentanza
Un altro tema centrale della lettera è la crescente disaffezione verso la politica. «Quando oltre il cinquanta percento degli elettori non voterà più, la delegittimazione della politica sarà evidente», osserva il lettore, ipotizzando la necessità di un profondo rinnovamento istituzionale. Silvio si spinge fino a evocare la possibilità di «un governo gestito dalla magistratura che applichi veramente la Costituzione», come estrema soluzione alla perdita di fiducia nelle istituzioni.
Giovani in fuga e denatalità: segnali di un Paese in difficoltà
La riflessione si conclude con due questioni strutturali: l’emigrazione giovanile e il calo demografico.
«Ci chiediamo perché i giovani, quelli che possono, emigrano in altri Paesi. E perché oggi è certificato che le nascite sono inferiori ai decessi. Sono politiche volutamente sbagliate per meri interessi», afferma l’autore, invitando a una presa di coscienza collettiva.
La lettera di Silvio riflette il sentimento di sfiducia e disillusione di una parte del Paese. Un invito, forse, a ripensare la politica non come promessa, ma come servizio reale ai cittadini.


