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"Piante officinali del Mugello e dintorni": si possono scoprire in una tesi depositata a Borgo San Lorenzo

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Piante officinali del Mugello e dintorni: si possono scoprire in una tesi depositata a Borgo San Lorenzo Piante officinali del Mugello e dintorni: si possono scoprire in una tesi depositata a Borgo San Lorenzo © n.c.
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Cosa direste se vi dicessero che intorno a noi prosperano “medicine spontanee”? Si, avete capito bene, se vi mostrassero che ad esempio nei prati, nei boschi, negli orti, molte delle piante e fiori che nascono e crescono nelle diverse stagioni, hanno proprietà curative? Curarsi con le piante è possibile? I nostri nonni dicevano di si, e noi che ne pensiamo? Siamo veramente convinti? Da tempi immemorabili, numerosissime dissertazioni più o meno dotte hanno offerto rimedi utili alla cura di malattie o semplici malesseri, decotti, pozioni, bevande e altro prodotte grazie all’aiuto di erbe, appunto definite officinali. Nei tempi antichi, veri e propri trattati in cui erano elencate le diverse tipologie di specie vegetali utili in fitoterapia e non solo, hanno riempito le librerie di medici e farmacisti. Quello dell’erborista è un sapere antico, almeno quanto l’uomo, fa parte della nostra ancestrale interazione con la natura. E anche al giorno d’oggi sebbene la scienza abbia fatto passi da gigante nel campo medico, sono in molti ad affidarsi alla fitoterapia. Ma nel nostro territorio, dove nei campi prosperano rigogliosi chissà quanti tipi di erbe, sarebbe interessante sapere quante di queste siano officinali (ovvero con caratteristiche terapeutiche, cosmetiche, veterinarie o tintorie) e ancora quali siano tuttora utilizzate dall’uomo, oltre a conoscerne i principi che possano essere seriamente presi in considerazione dai sistemi sanitari ufficiali. Se l’è chiesto il fiorentino dott. Giorgio Giachetti, che nella sua Tesi dal titolo : “Piante Officinali del Mugello e Dintorni” per la scuola di specializzazione in Scienza e Tecnica delle Piante Officinali, sotto la Facoltà di Farmacia, nell’ Università degli studi di Pisa, relatore Prof. Paolo Emilio Tomei, anno accademico 2000-2001, ha compiuto un importante studio finalizzato ad un’analisi, quanto più esauriente possibile, sul recupero delle farmacopee tradizionali, in questo caso legate al nostro specifico territorio. La Tesi, nonostante siano trascorsi quasi dodici anni dalla sua compilazione, è ancora molto attuale. Essa infatti è frutto della necessità di dare un contributo alla scarsissima bibliografia scientifica presente in materia riguardo alla realtà mugellana. Questo risponde a quanto è indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che da anni cerca di coinvolgere le nazioni più sviluppate nello studio, censimento e recupero delle farmacopee tradizionali presenti o passate, caratteristiche delle varie regioni sì da valutare quali elementi di esse possano integrarsi all’interno dei sistemi sanitari ufficiali.  Il dott. Giachetti, con il suo studio, prodotto di tre anni di lavoro sul “campo” -nel vero senso della parola- ci da una  dettagliata e precisa panoramica etnofarmacobotanica del nostro comprensorio. L’analisi, compiuta su un territorio circoscritto a poco più di 1000 km², pressappoco l’ampiezza dei nostri sei comuni, riesce ad offrirci un’elencazione completa delle piante officinali e delle loro caratteristiche. Giachetti, ha attuato la sua ricerca interrogando, ascoltando e vagliando attentamente ciò che gli veniva riportato dagli intervistati, tutti mugellani, su ciò che sapevano o gli era stato tramandato dai vecchi sulle proprietà curative delle piante, saperi frutto di tradizioni popolari, antiche ricette e esperimenti. Il giovane ricercatore per le sue indagini si è recato nelle vecchie case coloniche del nostro Appennino, in aziende agricole, in antichi conventi e una volta acquisita l’informazione ha proceduto, su indicazione dell’intervistato, alla ricerca e alla raccolta di almeno due campioni completi per ogni specie. Sul campione fresco è stata eseguita l’identificazione botanica con apposite chiavi analitiche; il secondo campione è stato essiccato e depositato come modello di riferimento nell’erbario del Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema dell’Università di Pisa. Dopodiché si è operato un confronto fra gli utilizzi medicinali popolari e quelli riportati nella letteratura farmacologica ufficiale  evidenziando quali specie vegetali presentano un uso originale o innovativo e la massa dei dati raccolti è stata oggetto di elaborazione informatica. Da questo è scaturito uno studio, dove dalla selezione di 120 specie vegetali dalle attribuite caratteristiche officinali, risulta una serie di trenta in cui le proprietà medicamentose sono alquanto diverse da quanto ufficializzato dagli studi moderni di ambito farmacologico. Dallo studio emerge anche il fatto, non secondario, che i principi attivi contenuti in alcune piante autoctone mugellane hanno rivestito e rivestono una discreta importanza commerciale sia in campo nazionale che estero. Inoltre secondo il dott. Giorgio Giachetti, bisognerebbe stimolare la coltivazione di specie officinali, in aziende agricole o semplici orti, così da ristabilire un’agricoltura ecosostenibile, in uno territorio dove le realtà rurali si vanno con il tempo estinguendo e dove anche in considerazione dei finanziamenti pubblici stanziati in favore dell’occupazione giovanile e della diversificazione colturale le piante officinali possono rappresentare una nuova risorsa per l’economia agraria locale. La Tesi di specializzazione in questione è depositata presso  la biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo.

 

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