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Il 25 luglio non è solo una data del calendario. È un giorno simbolico, carico di memoria, di impegno civile e di speranza. Anche quest’anno, come ormai accade da tempo, il Mugello ha accolto in vari comuni – tra cui Dicomano, Borgo San Lorenzo, Vicchio, Barberino di Mugello – la Pastasciutta Antifascista, evento promosso dall’ANPI in tutta Italia per ricordare quel gesto potente e disarmante della famiglia Cervi nel 1943.
La storia: una tavolata contro la dittatura
Era il 25 luglio 1943 quando Benito Mussolini veniva destituito dal Gran Consiglio del Fascismo. La notizia si diffuse rapidamente e, a Campegine, i fratelli Cervi – contadini antifascisti – decisero di festeggiare offrendo chili di pasta alla popolazione. Un gesto semplice, popolare, ma carico di significato: condividere il pane e la libertà. Solo pochi mesi dopo, quei sette fratelli furono fucilati dai fascisti. Ma quel giorno rimasero fedeli a un’idea: che la libertà fosse un bene comune, da celebrare e difendere insieme.
L’ANPI e il valore della resistenza oggi
L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia continua oggi a custodire e diffondere il patrimonio di valori della Resistenza, promuovendo eventi come la Pastasciutta Antifascista, che rappresentano momenti di memoria, convivialità e attualizzazione dell’impegno democratico. ANPI non è solo custode del passato: è – o dovrebbe essere – associazione della pace, dei diritti, della solidarietà con gli oppressi di ogni tempo. Proprio per questo, ci si aspetta da ANPI un ruolo super partes, libero da velleità di schieramento e da derive che rischiano di confondere l’eredità della Resistenza con l’agenda di una sola parte politica. Lo statuto dell’associazione parla chiaro: difendere la Costituzione, la pace, i diritti universali, senza distinzioni ideologiche. Un compito nobile, oggi più che mai necessario, che richiede coerenza, apertura e capacità di rappresentare davvero tutti coloro che si riconoscono nei valori della democrazia.
La mia partecipazione a Dicomano
Come consigliere comunale di opposizione nel Comune di Dicomano, ho voluto esserci, con convinzione. Perché la memoria non appartiene a una sola parte politica, e la Resistenza non ha colori di partito. Ho partecipato a questa ricorrenza per dare un segnale di unità, perché credo che la libertà conquistata grazie al sacrificio di chi ci ha preceduto sia un’eredità da proteggere insieme. In un momento storico in cui la guerra è tornata a insanguinare l’Europa e il mondo – in Ucraina, in Palestina, e in tante altre terre dimenticate – il valore della pace, della convivenza e della libertà assume un significato ancora più urgente.
Un’eredità da condividere, non da rinchiudere
Se un appunto critico può essere mosso, è quello relativo alla retorica selettiva con cui, talvolta, certe iniziative finiscono per diventare esclusive di una sola parte. Parlare della tragedia di Gaza è doveroso. Ma non meno urgente è ricordare le sofferenze in Ucraina, in Africa, e più recentemente in Asia dove la guerra continua a mietere vittime civili.
Per questo credo che la pastasciutta antifascista debba appartenere a tutti. A tutte le donne e gli uomini che credono nella pace, nella democrazia, nella libertà. E che sono pronti, oggi come allora, a difendere i valori della Costituzione, con il cuore pieno di memoria e lo sguardo rivolto al futuro.
È con un gesto semplice, come condividere un piatto di pasta, che possiamo ancora costruire ponti tra generazioni, culture e ideali. E affermare che la libertà non è un bene scontato, ma un impegno quotidiano.
Ricordare non basta. Dobbiamo esserci. Insieme.
Saverio Zeni


