Scempio © crinali Liberi
Il Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali Liberi e la Coalizione "TESS Transizione Energetica Senza Speculazione" denunciano un grave scempio ambientale in corso nella zona del torrente Solstretto, presso Villore, nel comune di Vicchio, nel cuore dell’Appennino Mugellano. Al centro della polemica ci sono i lavori per l’impianto industriale eolico del Monte Giogo di Villore, che secondo i cittadini avrebbero già causato danni significativi al paesaggio, alla biodiversità e alle risorse idriche locali.
Taglio della faggeta e sentieri danneggiati
Tra gli interventi contestati figura il taglio di numerosi faggi secolari, anche lungo le rive del torrente Solstretto, oltre al dissesto del Sentiero CAI 16, danneggiato dai mezzi pesanti impiegati per il trasporto dei tronchi. Nonostante le proteste dei residenti, verbali di contestazione e sanzioni, i camion avrebbero continuato a transitare anche su ponti storici a rischio strutturale.
Un ecosistema protetto sotto minaccia
Il torrente Solstretto, oltre a essere un affluente strategico per l’acquedotto di Vicchio e per le marronete IGP del marrone biondo, è riconosciuto come habitat di specie protette, tra cui la Salamandrina perspicillata, la Salamandra pezzata e il gambero di fiume Austropotamobius pallipes, indicatore biologico di acque di alta qualità. Il progetto prevede la tombatura di una parte del torrente per la realizzazione di una strada di servizio di oltre 14 km, necessaria al trasporto delle megapale eoliche alte fino a 170 metri.
Rischi per l’avifauna e i chirotteri protetti
Galleria fotografica
Il Monte Giogo è crocevia per la migrazione dell’avifauna protetta, in connessione diretta con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. La zona ospita anche esemplari di Aquila reale, Grifone, Biancone e ben sette specie di chirotteri protetti, la cui sopravvivenza potrebbe essere compromessa dall’impatto diretto e indiretto dell’impianto eolico.
Contrarietà istituzionale e attesa giudiziaria
Il progetto ha già ricevuto parere negativo da parte del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, che segnala il rischio di ricadute negative sulla rete ecologica dell’area. Il Comitato fa inoltre sapere che sono in corso indagini da parte della Procura e che si è in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, che dovrà esprimersi sull’intera vicenda.
L’appello del Comitato: “Difendere un bene comune”
“L’Appennino è un bene comune che non si svende per nessun motivo” – affermano i promotori della mobilitazione – invitando cittadini e autorità a sorvegliare e intervenire per fermare quello che definiscono un disastro ambientale in atto.


