Maggiaioli © AG
Tradizione rispettata: un centinaio di giovani e meno giovani, intere famiglie con prole al seguito, vestiti con costumi e cappelli della civiltà contadina, hanno preso parte, giovedì 30 aprile 2025, a un evento secolare: l’andare a “cantar maggio” nella notte che porta al 1° maggio, nelle campagne mugellane. I tempi, naturalmente, sono cambiati. Un tempo, nel Mugello, nell’Alto Mugello, nella Val di Sieve e in tante altre vallate, quando la campagna pullulava di centinaia di famiglie coloniche, i maggiaioli — appartenenti a una casta povera e misera — cantavano per ricevere in cambio qualche bene dai contadini: pane, vino, uova, magari anche un pezzo di formaggio. Oggi quell’aspetto è scomparso, ma non la simpatia per la tradizione, che continua a vivere con rinnovato entusiasmo.
A onor del vero, la rinascita del “Cantar Maggio” risale agli anni ’50 del Novecento, nel dopoguerra, a Barberino di Mugello, per poi espandersi in altre località come Borgo San Lorenzo e altri paesi del territorio. È stato davvero bello e commovente vedere tanta gioventù sfilare in corteo con chitarre, tamburi e fisarmoniche, omaggiando prima il pievano don Luciano Marchetti sotto il campanile, poi le autorità comunali davanti al municipio, con il sindaco Leonardo Romagnoli in testa, per poi inoltrarsi nella campagna fino alle prime luci dell’alba. Beati loro!
Un episodio curioso ha visto protagonisti due docenti del Liceo “Giotto Ulivi”, non originari di Borgo San Lorenzo, che passando davanti alla Pieve, incuriositi dal movimento, ci hanno chiesto spiegazioni. Quando abbiamo raccontato loro la storia dei maggiaioli, sono rimasti sorpresi ma anche incantati dall’allegria contagiosa dei partecipanti.
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E ancora: tra i presenti abbiamo ritrovato, dopo tanti anni, l’amico professor Francesco Paoli, originario di Borgo San Lorenzo, oggi stimato docente ordinario presso il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università di Cagliari. Figlio dell’indimenticabile professor Roberto, già docente alla prestigiosa Università di Salamanca, Francesco era in visita ai suoi familiari. Quando ha rivisto i suoi “vecchi” amici, non ha perso tempo: ha imbracciato una chitarra, si è vestito da contadino ed è entrato nel gruppo, cantando per tutta la notte e respirando l’aria della sua terra natale.
Pare che si sia portato a Cagliari un ricordo bellissimo del suo Mugello. E a proposito della famiglia Paoli: il fratello Bernardo è oggi a Mosca, responsabile delle Università italiane per l’invio in Italia di studenti stranieri in formazione post-laurea.
A Dio piacendo, arrivederci al prossimo anno!


