disabilità 21-10-2025 okmugello.it © N. c.
Legge 104, cambiano i permessi lavorativi: ora i giorni salgono a sei per chi assiste più familiari disabili. Tutti i dettagli della nuova norma.
Ci sono riforme che, pur sembrando piccole sulla carta, possono cambiare profondamente la vita di chi ogni giorno affronta la sfida dell’assistenza. La Legge 104 è da sempre un punto di riferimento per i lavoratori che si prendono cura di familiari con disabilità, e oggi torna al centro dell’attenzione per un aggiornamento che rende la norma più equa e sostenibile.
L’aumento dei giorni di permesso lavorativo non è solo un dettaglio tecnico, ma un riconoscimento concreto del carico emotivo e organizzativo che pesa su chi offre sostegno quotidiano. Le famiglie italiane che vivono questa realtà, spesso divise tra orari di lavoro, visite mediche e necessità assistenziali, potranno contare ora su una maggiore flessibilità.
Negli ultimi anni, infatti, il tema della conciliazione tra vita privata e lavoro è diventato sempre più urgente. La pandemia ha messo in luce le fragilità di un sistema che spesso lascia soli i caregiver, spingendo il legislatore a intervenire con misure più inclusive.
Legge 104: da 3 a 6 giorni di permesso, cosa cambia davvero
Il cambiamento più significativo arriva dall’applicazione dell’articolo 6 del Decreto Legislativo n.119 del 2011, che amplia il numero di giorni di permesso retribuito per i beneficiari della Legge 104. Fino ad oggi, il lavoratore aveva diritto a tre giorni mensili di permesso, utilizzabili per assistere un familiare con disabilità grave.
Con la nuova estensione, il numero può salire fino a 6 giorni al mese, ma solo in un caso specifico: quando la stessa persona deve prendersi cura di due familiari disabili contemporaneamente. Un aggiornamento che tiene conto delle famiglie cosiddette multigenerazionali, dove spesso un solo parente si fa carico dell’assistenza di più persone genitori anziani, figli o suoceri.

Questo significa che chi si trova in questa situazione potrà richiedere un raddoppio dei giorni, purché la documentazione presentata all’INPS sia completa e coerente con i requisiti richiesti. La misura si applica sia ai lavoratori pubblici che privati, includendo anche il personale scolastico e sanitario, settori in cui la gestione del tempo è particolarmente complessa.
Un aspetto importante da chiarire è che l’estensione non è automatica: serve una valutazione accurata delle condizioni familiari e del grado di parentela con le persone assistite. Tuttavia, il principio che guida la riforma è chiaro nessuno dovrebbe essere costretto a scegliere tra il proprio lavoro e la cura dei propri cari.
Molti esperti vedono in questa modifica un passo verso un welfare più flessibile e moderno, capace di adattarsi ai nuovi modelli familiari. L’assistenza non è più un tema privato, ma una responsabilità condivisa, che richiede supporto istituzionale e strumenti concreti.


