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I "Guerrieri della Notte" della movida fiorentina. Atomic Event, Zoe e Rasputin

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I "Guerrieri della Notte" della movida fiorentina. Atomic Event, Zoe e Rasputin I "Guerrieri della Notte" della movida fiorentina. Atomic Event, Zoe e Rasputin
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La movida di Firenze: il racconto di chi lotta dopo il tramonto dietro il bancone o in pedana.

Un viaggio nel centro storico di Firenze, nel Quartiere "1". La culla del rinascimento, ove una grossa fetta della cultura italiana ha prosperato, e da qui si è diffusa in tutto il mondo, ammaliando turisti e fanatici o semplici curiosi. Ormai il fulcro di una movida cittadina sempre più globalizzata e turistica. Di fianco a luoghi “sazi” di storia in un confronto ai limiti della “blasfemia”, prolifera la night life fiorentina, contraddistinta da una varietà infinita di opportunità concepite per il divertimento più sfrenato fine a sé stesso, e la soddisfazione delle necessità più viscerali. Di quelle esperienze che non lasceranno il “seme del sapere”, ma al massimo quella strana e spiacevole sensazione, quel sapore amarognolo di un cocktail di troppo o di un piatto già troppo freddo per una fame ancora così intensa. Tutti l'abbiamo provata quella sensazione nella giovane notte metropolitana. Muovendoci da questi contrasti, abbiamo provato a scavare nelle pieghe di questa parte di Firenze, quella che anima una notte sempre più internazionale. Un business ben più complesso di quanto vi aspettate, strozzato da un groviglio di burocrazia, permessi e tassazione. Nel tentativo di avere una fotografia il più fedele possibile alla realtà, abbiamo intervistato tre protagonisti della notte fiorentina, accomunati solamente dall’area geografica in cui sviluppano le proprie attività, e dalla giovane età, essendo più o meno trentenni. L’opposta filosofia che li anima rende appetibili i loro locali a persone dai gusti più disparati. Così, con un ampio ventaglio di potenziali clienti, abbiamo potuto cercare di presentare le esigenze di ognuno di loro, capire il trend della città, e se l’offerta è economicamente vantaggiosa per questi imprenditori della notte. Da qualche migliaia, ad alcune centinaia, fino a poche decine di persone. Queste le varie dimensioni numeriche di Atomic Event, Zoe e Rasputin. Differenze che stanno non solo nei numeri, ma anche nella posizione e nei servizi offerti. [nextpage title="O INTERNAZIONALI O SI CHIUDE?!"] Il primo a prendere la parola è Ivan Gramiccia, uno dei quattro soci e amministratore dell’INEO Srls, società di produzione eventi, nata nel 2014, che opera su Firenze e in tutta la Toscana, Emilia-Romagna e Puglia. Con lui lavorano anche l’art director Marco Rontini, il promoter Emanuele Brondi, e il responsabile dj-promoting Francesco Socchi. L’organizzazione di produzione del gruppo, più o meno di trentenni, è l’Atomic Event, le cui serate sono proposte al Tinì (Cecina), alla Fortezza da Basso con il Next-tech Festival, appena concluso, al Mind Cub (ex Jaiss a Empoli), ed altri ancora. Quali sono gli eventi intrattenutivi che vanno molto al giorno d’oggi? Principalmente quelli col dj “molto prodotto” di fama internazionale. Certo dobbiamo garantire una certa entità dei numeri, qualche migliaia, nel nostro caso. Noi ci siamo specializzati nel proporre eventi più sporadici, ma grandi e in un certo senso specializzati, caratterizzati da determinati sound o generi. In quali strutture operate? Location come la Fortezza ci permettono di fare i grandi numeri di cui abbiamo bisogno per portare avanti questo tipo di approccio. Ma organizziamo anche serate più contenute come il giovedì nella "Sala Vanni" in Piazza del Carmine, per 150 persone. Mentre il "Viper Club" del venerdì ne fa un migliaio, altrettanti alla serata di Pasqua. L’importante è che siano polifunzionali. Produciamo anche all’Obihall, ad esempio la serata di Halloween. Quali sono gli ostacoli maggiori su Firenze? Sicuramente la situazione dei trasporti e dei collegamenti notturni nella Città Metropolitana, e le limitazioni orarie. Tutto è connesso al servizio delle bevande alcoliche. Per attività notturne come la nostra dover chiudere alle 3,00 del mattino o smettere presto di dare da bere è molto limitante, rispetto ad altre realtà europee paragonabili alla nostra. Oltretutto c’è il problema che molto spesso i nostri clienti si spostano in auto. Sarebbe necessario sviluppare il trasporto pubblico notturno. Parliamoci chiaro, non è che la gente non beve o non guida, ma preferisce rischiare. A noi questa cosa non piace. Addirittura non è che non serviamo alcolici ai minorenni, non li facciamo nemmeno entrare, per sollevarci da tutte una serie di “beghe”. Qual è il vostro punto di forza, su cosa puntate? Cerchiamo di fornire un servizio al top, con massima professionalità soprattutto nelle figure di contatto. La sicurezza, il bar, l’animazione – che può andare da ballerine professioniste alle cubiste – è tutto personale molto professionale e, come dire, psicologicamente idoneo. Ma anche la manutenzione e la gestione della struttura sono basilari. Ma non c’è una formula magica. E’ l’esperienza che si acquisisce negli anni. Le strutture sono imprescindibili per la riuscita della serata? Per la capienza. Ma si può sopperire anche alla mancanza della polifunzionalità. Con una line-up di alto livello, con alcuni tra i dj migliori al mondo: Sven Vath, Carl Cox, Marco Carola, Richie Hawtin. Ma si deve cercare di non essere schiavi soltanto del “dj personaggio”, ma tutta la produzione dell’evento fidelizza il cliente, soddisfacendolo al massimo, anche se costa un po’ di più. Qual è la situazione fiorentina: conosci qualcuno che non è riuscito a decollare con questo tipo di attività? Con dispiacere, negli ultimi anni per una sfortunata gestione sono scomparsi il "Tabasco", storico locale gay in P.zza Santa Cecilia, il "Cielo Club", "Logic Club" e "Rums Club". Il “poco prezzo” e poco internazionale vanno a scomparire, anche per l’alta tassazione che uccide i liberi professionisti. Quindi anche l’intrattenimento sta andando verso un mercato con maggior possibilità di spesa e di respiro internazionale? Diciamo di sì. Ma non si creda che si facciano guadagni da capogiro. La nostra è un’attività molto rischiosa. Per 100 mila euro investiti, se un evento riesce ne rifacciamo 120 mila. Venti di guadagno. E’ una bella scommessa. Abbiamo costi vivi molto alti, con limitati e relativi ricavi; ad esempio se va male un evento ce ne vogliono come minimo altri 4 per far pari. Facciamo questo mestiere perché ci piace, lo sappiamo fare bene, e ci manteniamo. Ma non ci facciamo certo i soldi. Più che altro lo facciamo per passione.

[nextpage title="QUALITÀ A PREZZI CONTENUTI, ORARIO CONTINUATO E SE AVESSI IL DJ IN PEDANA…"] Ascoltiamo poi il racconto di Jacopo Colombai, gestore della parte serale del locale Zoe in Via dei Renai a Firenze, lungo l'oltrarno. Il locale è aperto dalle prime ore della mattina fino alle ore 3,00 circa del giorno successivo, quindi è indispensabile che ci siano due staff distinti. Un locale di flusso, quindi dai grandi numeri, ma anche dagli elevati costi. Jacopo, ventisettenne, ha una formazione da barman, che lo ha portato a ricoprire giovanissimo il ruolo di capo barman al locale Moyo in Via De’ Benci, appartenente alla stessa proprietà che da 7 mesi ha deciso di affidargli la gestione completa delle serate allo Zoe. Quali sono i vostri servizi, i nuovi punti di forza? Su quale aspetto poni maggior attenzione in questa fase di rinnovamento? Le nostre attività vanno dal servizio dell’aperitivo dalle 18,30; poi la cena fino a serata inoltrata; e il classico servizio pub o lange bar fino a chiusura. Stiamo molto attendi a mantenere una tensione continua nel rapporto qualità prezzo, cercando di innalzare la qualità – che oggi viene molto ricercata – pur rimanendo molto competitivi sul prezzo, soprattutto con i giovani nuovi clienti, ai quali magari faccio un po’ di sconto, offro loro uno “shottino”, ma così poi mi ritornano. Questo è connesso anche al fatto che siamo una nuova gestione che non ha più i clienti fidelizzati della precedente. Ad esempio, proponiamo una tagliata a 14 euro e una bottiglia di chianti a 25; sono prezzi molto convenienti se li confronti con i nostri competitors della zona. Che tipo di clientela avete? Variegata dai ragazzi ai professionisti, un ampio target dai 25 ai 50, ma soprattutto ragazzi. Il fine settimana abbiamo anche il dj set; prima mi ero appoggiato ad una produzione separata, ma non me lo sono più potuto permettere; ed oggi organizzo tutto io con un gruppo di giovani dj resident (che suonano spesso nel locale), con cui mi approccio come qualsiasi altro fornitore. Hai dei precisi obiettivi da raggiungere che ti sei prefissato, o che ha fissato la proprietà? Non ho precisi obiettivi. Devo solo lavorare al meglio, per fornire un sevizio impeccabile, sempre migliore, teso non al guadagno immediato, ma a quello nel tempo. Lavorando così abbiamo già registrato un gran incremento dei ricavi, più del 30 %. Abbiamo dovuto investire molto, puntando su di una sempre maggiore qualità. Dal cibo agli alcolici. Quali altri problemi stai affrontando, a parte l’impatto iniziale nella nuova gestione? Cosa vorresti proporre di nuovo? Ancora la stagione estiva non l’abbiamo fatta. Mi piacerebbe proporre eventi con dj sulla padana esterna. Per la quale paghiamo una concessione annuale. Il dj fuori in pedana ci darebbe un grande apporto di immagine. Ma so già che non me lo farebbero fare, anche se tenessi solo una cassa spia fuori, diffondendo la musica dentro il locale. Tra la SIAE e la municipale...Però sarebbe un gran bel colpo d’occhio. A proposito di municipale, raccontaci del grosso problema del parcheggio e della ZTL. Siamo un locale di flusso, centrale, ma non in centro. La gente per venire da noi deve venir apposta. La ZTL ci penalizzerà molto nel periodo estivo. Per non parlare del problema del parcheggio, per cui la norma è la doppia fila. Vedremo come andrà quest’estate.

[nextpage title="UN VIAGGIO SEGRETO PER CONOSCERE RASPUTIN"] Il nuovo “secret bar” di Firenze si chiama Rasputin. Il nome deriva dal mistico russo Grigorij Efimovič Rasputin (1869-1916) consigliere dei Romanov, personaggio molto controverso, ma come ci raccontano i due giovani titolari – incarna lo spirito dell’epoca che abbiamo voluto ricreare nel locale. Poi era il nome del gatto di una nostra inquilina, e c’è piaciuto. Destino forse?! L’aspetto principale che lo differenzia da altri locali è il gioco della segretezza. Fin dall’indirizzo celato sulla pagina Facebook da un non meglio precisato “Somewhere in Florence”. Solo dopo una telefonata i clienti scoprono la zona in cui si trova il locale, e una volta arrivati è caccia al campanello per entrare. I proprietari sono Marco e Ghermai, che in coerenza con la filosofia che anima il locale, chiedono di mantenere il segreto su cognomi ed età. Entrambi hanno vissuto e lavorato a Londra per anni prima di decidere di arrivare a Firenze per aprire il Rasputin - Abbiamo lavorato all’apertura di questo locale – dicono all’unisono – per circa un anno e 9 mesi, tra burocrazia e ristrutturazione del locale. È un lasso di tempo enorme. Solo i permessi per l’inizio dei lavori hanno richiesto 9 mesi di tempo. Non è solamente una questione di disponibilità economica aprire un’attività, ma di burocrazia. È come se volessero farti passare la voglia di iniziare qualcosa. A Londra è tutto molto più facile. Se lo spazio che vai a gestire ha già uno storico in quanto locale, bastano due ore di tempo per fare i passaggi più importanti. In più ti rapporti con del personale dell’amministrazione pubblica molto più reattivo. Sbloccano le pratiche con enorme facilità. Rispetto al Regno Unito quanto cambiano i ritmi dei locali? A Londra dalle 23,00 è proibita la vendita di alcolici, mentre a Firenze lo stop scatta dalle 2,00 di notte. Durante il periodo di amministrazione Renzi venivano distribuite regolarmente delle deroghe, non oltre 5 in un anno, per poter sforare l’orario previsto. Il sindaco Nardella invece ha preso una strada diversa e nega questa possibilità. Per differenziarvi avete puntato sull’esclusività, è un trend ben noto nel mondo notturno, con una proliferazione di club privati con tessere parole d’ordine e quant’altro. Fermi tutti! Prima cosa, il nostro è un regolare locale pubblico, non un club. Poi abbiamo fatto una precisa scelta di mercato, vagliando attentamente il panorama internazionale e italiano con l’offerta fiorentina, col risultato che un secret bar come il nostro non c’era ancora. Noi per combattere la crisi abbiamo scelto di rischiare e di puntare su un target ben preciso. A cosa vi siete ispirati per questa scelta? Come già detto oltre all’opportunità del mercato e al nostro gusto personale, la scelta del secret bar deriva dal periodo proibizionistico statunitense, durante il quale i bar segreti proliferarono. Lo stile che abbiamo scelto invece per i locali è tardo romantico europeo – se vogliamo definirlo - declinandolo in un periodo di qualche decennio precedente rispetto a quello proibizionistico, oltre che in UE ovviamente. Anche se non volete divulgare molto dei locali del Rasputin, per non vanificare l’effetto sorpresa sul cliente, cosa potete dirci? Come si può vedere ogni dettaglio è curato fin nel minimo particolare, l’arredamento è tutto originale di fine ‘800 inizio ‘900. Tutto ha una personalità qua. Ogni tavolo è fortemente caratterizzato dallo strumento che lo ha originato. Non abbiamo oggetti in serie. Ma non vogliamo dire di più. Un passaggio segreto per un bar nascosto in una capitale europea di fine ‘800. Un portale per un viaggio nel tempo. Come sta andando questo viaggio per voi? Queste scelte finora ci stanno premiando. Lavoriamo a pieno regime da febbraio. L’apertura è stata distribuita su cinque serate così da evitare un marasma eccessivo. Scelte un po’ rischiose, ma finora stanno pagando, dato che il locale è quasi sempre pieno e prenotato.

Con la testimonianza dei due segreti amici del Rasputin si concludono le nostre nottambule testimonianze fiorentine. Come abbiamo avuto modo di capire, anche l’universo dell’intrattenimento si muove su orizzonti sempre più internazionali; seppur conservando i problemi della città vecchia, come trasporto e traffico, garantendo margini di guadagno sempre più risicati e incerti, sicuramente da conquistarsi "a suon di professionalità a palate" e di duro lavoro. Non resta che far il migliore augurio a questi giovani professionisti del settore di raggiungere la massima fortuna, ringraziandoli per il loro contributo.

Lorenzo Benedetti & Matteo Bruni Lorenzo Benedetti è giornalista sportivo per Violanews.com; laureato in scienze della comunicazione, è un collega del corso di laurea magistrale in strategie della comunicazione pubblica e politica, a Firenze.

 

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