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Firenze senza segretario generale da 7 mesi: il Comune viola la legge? Rischio scioglimento del consiglio

A Palazzo Vecchio manca una figura chiave garante della democrazia da oltre sette mesi. E no, non è un dettaglio: è una violazione della legge.

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Sara Funaro Sara Funaro © Facebook
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È stato l’amico e collega Nicola Novelli, dalle pagine di Nove da Firenze, a (ri)portare l’attenzione pubblica su una questione rimasta fin troppo sotto traccia: a Palazzo Vecchio manca da oltre sette mesi il segretario generale.
Un vuoto istituzionale pesante. E Firenze — come sottolineava giustamente Novelli — è l’unica grande città italiana priva di segretario generale in entrambe le sue amministrazioni: comunale e metropolitana.

Crepuscolo di una figura fondamentale?
"Altri tempi, quando il segretario generale, potente grand commis della burocrazia comunale, era la figura amministrativa più importante, e le decisioni strategiche degli organi politici passavano dalla sua valutazione", scrive Novelli, rimarcando quanto il ruolo sia — ancora oggi — strategico.

Una figura di garanzia, di raccordo tra amministrazione e politica, capace di interloquire con il potere centrale di Roma. E che non può essere surrogata, a oltranza, da dirigenti supplenti.
Il segretario generale è obbligatorio per legge nei Comuni con più di 100.000 abitanti: è un dirigente pubblico assunto dal Ministero dell’Interno e iscritto in un apposito albo nazionale.

Ma cosa succede se un Comune non nomina il proprio segretario generale, contravvenendo all’obbligo di legge?

Succede che si configura una violazione grave e persistente, che — in casi estremi — può portare allo scioglimento del consiglio comunale.

Lo stabilisce chiaramente l’art. 97 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico degli Enti Locali): ogni Comune e Provincia deve avere un segretario titolare.
E non è una facoltà: è un obbligo inderogabile.

Su Nove da Firenze si ricorda un precedente eloquente: nel 2004, il Comune di Copparo (provincia di Ferrara) fu sciolto con decreto del Presidente della Repubblica perché il sindaco si rifiutò di nominare il segretario comunale.

Al momento, per Firenze, non risultano solleciti o diffide ufficiali da parte della Prefettura. Ma proprio questo silenzio rende il caso ancora più inquietante: manca il controllore e quindi manca anche il controllo.

Un dettaglio cruciale: ai sensi della legge anticorruzione (L. 190/2012), il segretario comunale è anche Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT).
Senza questa figura, l’intero sistema dei controlli previsti dalla legge rischia di indebolirsi, lasciando l’ente più esposto a rischi di irregolarità, opacità e discrezionalità.

Il segretario generale — lo ricordiamo — è l’unico soggetto terzo, senza incarichi gestionali, in grado di analizzare i rischi e proporre contromisure per tutelare legalità e trasparenza.
La sua assenza, in una grande città come Firenze, non può essere ignorata.

Il caso, intanto, è approdato a Roma: il 6 agosto, l’Onorevole Chiara La Porta ha presentato un’interrogazione alla Camera dei Deputati.

Firenze, come accadde a Copparo, rischia davvero lo scioglimento del consiglio comunale?
La domanda ora non è più provocatoria: è giuridicamente fondata.


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