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Firenze: Renzi, Alemanno e Favino per la lingua italiana

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Firenze: Renzi, Alemanno e Favino per la lingua italiana Firenze: Renzi, Alemanno e Favino per la lingua italiana © n.c.
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Questa mattina, 17 ottobre, il Presidente Matteo Renzi ha dato avvio alla seconda edizione degli Stati Generali della lingua italiana a Palazzo Vecchio. Il convegno, come abbiamo anticipato in questo articolo, durerà due giorni e si chiuderà, quindi, domani pomeriggio con il saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Premier assieme al viceministro degli Esteri Mario Giro durante i rispettivi discorsi hanno scherzato su come l'italiano sia la lingua del Sì e quindi "basta con i no pessimisti e rassegnati” ha detto Giro. “Il riferimento di Giro al sì- ha detto il Premier-  era un dotto riferimento al 33esimo canto dell’Inferno dantesco”, in cui gli italiani sono le “genti del bel paese là dove ‘l sì suona” ed ha precisato di metterlo a verbale per le polemiche.

Dopo i saluti istituzionali, sono iniziati gli interventi dei partecipanti. Tanti gli ospiti che hanno portato un loro contributo per omaggiare la lingua italiana. L'attore Michele Favino ha letto alcuni brani di Dante, Boccaccio e Petrarca, mentre la Ministra Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Stefania Giannino ha sottolineato come  l'italiano, che è costantemente in crescita tra le lingue studiate, sia "il nostro biglietto da visita" per il patrimonio culturale.E poi il Sindaco Dario Nardella ha ricordato che "Firenze è la città dove l’italiano è nato. E’ la sua patria grazie a Dante Alighieri, che con le sue opere, e soprattutto la Commedia, divulgò già nel XIII secolo il fiorentino come lingua ufficiale per tutti gli italiani". Il 90% delle 2.000 parole più usate nella nostra lingua, che a loro volta costituiscono il 90% di tutto ciò che si dice, si legge o si scrive ogni giorno è già presente nella Divina Commedia". Ma "esprimersi in una lingua viva - ha continuato il sindaco - vuol dire anche pensare e progettare in modo innovativo e creativo. Le nostre stesse invenzioni e innovazioni artistiche parlano la nostra lingua. (...) Per questo se si mortifica l’uso dell’italiano, soppiantandolo con un uso generalizzato di parole straniere, si finisce per mortificare anche la capacità creativa in Italia e all’estero. Se ci convincessimo che potremmo fare a meno di parlare bene e diffusamente l’Italiano, condanneremmo la nostra lingua a diventare in poco tempo una lingua morta, la nostalgia di un passato che non c’è più. Difendere la lingua italiana e promuoverla a tutti i livelli significa costruire un ponte tra noi e gli altri, abbattere i muri delle differenze sociali e culturali, realizzare un proficuo scambio tra culture diverse".D'accordo con le parole di Nardella era Gianni Alemanno, che dietro lo striscione "No alla Colonizzazione Inglese e Tedesca" ha manifestato in piazza della Signoria. Gli attivisti, insieme all'ex sindaco di Roma - hanno colto l'occasione, per ricordare ai presenti che "aumenta in tutti i luoghi di lavoro e in occasione di appuntamenti ufficiali, l’imposizione dell’inglese, che sta cancellando l’Italiano”. Per questo, l’ex sindaco di Roma afferma che “prima di difendere la lingua italiana all’estero, difendiamola in Italia".

 

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