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Firenze sogna Euro 2032 e il nuovo Franchi. Il direttore viola Ferrari invece attacca: i conti pubblici e viola non tornano

A Firenze sulla vicenda Franchi si viaggia ormai su binari paralleli fra il Comune che vive in un pianeta tutto suo e la realtà.

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stadio Artemio Franchi stadio Artemio Franchi © Ok!News24.
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A Firenze sulla vicenda Franchi si viaggia ormai su binari paralleli che non si incontrano mai.
Da una parte c’è il Comune che vive in un pianeta tutto suo e che in questi giorni nonostante le figuracce pubbliche sui lavori fermi al palo ha spedito la sindaca Sara Funaro a pigolare che la città venga inserita tra le sedi di Euro 2032 allo scopo poco velato di chiedere finanziamenti anche se l'Uefa non da soldi a prescindere e figuriamoci se lo fa per terminare lavori in stadio che dovrebbero già essere a posto per avere la manifestazione.

 Dall’altra c’è tutta la città di Firenze che ragiona e la Fiorentina che con il suo direttore generale Alessandro Ferrari continua a denunciare ritardi, incertezze e perdite economiche legate al restyling del Franchi fermo al palo.

Due verità inconciliabili: Firenze si propone all’Europa mentre inciampa in casa propria.

Ferrari è stato netto nelle sue ultime dichiarazioni pubbliche come non mai. «Non siamo stati nemmeno coinvolti davvero nel progetto», ha detto, spiegando come il club sia costretto a muoversi nel buio. E non si tratta solo di principio: secondo i calcoli della Fiorentina, la riduzione temporanea della capienza da circa 34 mila a 22 mila posti comporta perdite tra i 5 e i 13 milioni l’anno tra biglietteria, sponsor e servizi. Una voragine, mentre il Comune parla di collaborazione!

La sindachessa Sara fumosa Funaro dal canto suo facendo finta di niente ha mantenuto un profilo istituzionale. «Firenze è pronta a fare la sua parte. Lo stadio sarà un’opera strategica», ha ribadito a Roma, davanti ai tecnici del comitato per Euro 2032.
Parole sicure, quasi scolpite, peccato solo che siano molto lontane dalla realtà percepita in Viale Fanti e dintorni.

Nel frattempo come è ormai noto a tutti (forse non lo ha chiaro solo la sindachessa stessa) i cantieri arrancano, le scadenze si spostano, e il famoso cronoprogramma che a quanto pare non esiste e non è mai esistito rischia di trasformarsi nell’ennesimo libro dei sogni di "Sara nel paese delle meraviglie".

Ribadiamo ancora per chi fosse a corto di memoria che la prima fase dei lavori dovrebbe chiudersi nel 2026, ma lo stesso Ferrari ha già avvertito: «Per il nostro centenario il Franchi non sarà pronto». Tradotto: altri mesi di disagi, altri introiti bruciati, altri numeri che non tornano.

A tutto questo si aggiunge l’ultimatum. «Se entro dicembre non troviamo un accordo, la Fiorentina potrebbe uscire dal progetto».
Non un’iperbole, ma un avvertimento preciso: senza garanzie sui tempi e sulla gestione, il club non intende restare a bordo di un’opera che considera opaca e mal guidata e soprattutto non cacceara fuori dalle sue tasche nemmeno un euro..

Intanto, nelle stesse ore, "Sara nel paese delle meraviglie". stringeva mani nella capitale per perorare la causa di Firenze al torneo europeo di calcio del 2032.
È legittimo, persino necessario sognare, ma il contrasto è lampante e i fiorentini sono poco inclini ad accettare figure di mota in eurovisione. L’Europa chiama, ma lo stadio di Firenze non risponde...

E questo è il vero nodo.
Mentre la città si presenta come candidata credibile per un evento internazionale in nome della sua storia e del suo passato, l’opera fondamentale per passare dal sogno alla realtà,  il Franchi, è ostaggio di progetti sbagliati, lavori che non vanno avanti, ricorsi, tensioni, revisioni di progetto e un rapporto ormai logorato tra Palazzo Vecchio e la società viola.

La Firenze di Sara Funaro vuole ospitare l’Europa ma non riesce a gestire neppure il suo stadio e finché la sindachessa non scenderà dal suo pianeta con la città e la Fiorentina continuerà a viaggiare in direzioni diverse, il rischio è che Euro 2032 diventi solo un altro titolo da conferenza stampa.
Perché prima di chiedere palcoscenici internazionali, bisognerebbe dimostrare di saper fare e finire  i lavori dello stadio.

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