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La Costituzione non è Ikea: qui non servono brugole

Tutti fingono di conoscerla, come Dylan Dog. Ma se i Costituenti avessero scritto come l’Ikea, avremmo avuto un golpe in due mesi

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Fabu Fabu © Fabu
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La Costituzione della Repubblica Italiana è un po’ come Dylan Dog: tutti si vergognano a dire di non averlo mai letto, tutti fanno finta di conoscerlo bene, ma in pochi sono andati oltre la copertina. Eppure, incredibile ma vero, chi l’ha letta per davvero – di destra, di sinistra o apartitico che sia – riconosce che non solo è ricca di contenuti ancora attuali, a distanza di 77 anni dall’entrata in vigore, ma è pure “gradevole” e “leggera”.

I padri e le madri costituenti non solo hanno voluto mettere in campo un documento che, attraverso pesi e contrappesi, garantisse una democrazia il più possibile granitica, non solo hanno sancito che davanti allo Stato ogni persona ha pari diritti e pari dignità, indipendentemente da tutto, ma hanno anche pensato alla soglia di attenzione e comprensione del lettore.

Se, invece di mettersi nei panni del contadino analfabeta, il legislatore costituente si fosse messo in quelli di chi scrive i libretti d’istruzione dell’Ikea, pensate che casino sarebbe venuto fuori. Tempo due mesi dall’entrata in vigore della Costituzione e avremmo già avuto un golpe a rovesciare tutto.

Quindi è bene insegnare ai giovani la Costituzione. Anzi, insegnare loro a saperla leggere.

Ah, dimenticavo: io, prima di montare un mobile Ikea seguendo le istruzioni, mi devo rilassare andando un mese ospite degli Hare Krishna. Mentre con Dylan Dog… beh, mi sono fermato alla copertina.

 

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