lettera- immagine di repertorio © Pixabay
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice, che ci ha scritto dopo aver letto – ormai più di un anno fa – il nostro articolo relativo al sequestro di quasi 200 cani in un allevamento abusivo di Barberino di Mugello.
La signora racconta di aver seguito con grande partecipazione quella vicenda e di non aver mai smesso di chiedersi quale sorte sia toccata a quegli animali.
A seguire la lettera ricevuta:
Circa un anno fa, per caso, vidi le immagini del grande sequestro di cani a Barberino di Mugello, in un allevamento abusivo. Ricordo bene: si parlava di quasi 190 cani, per lo più bouledogue francesi, beagle e griffoncini.
Tra tutti, mi colpì in modo particolare un bulldog “blu”, con un occhio malandato. Quella sua espressione mi è rimasta impressa nel cuore.
Nella mia famiglia abbiamo sempre avuto bulldog: l’ultimo, Monsieur Ponpon, è stato con noi per dodici anni. Era molto più di un cane — era parte della famiglia, un punto di riferimento per nostro figlio, che è autistico, e che lo considerava come un fratello.Quando ho visto quel bulldog sequestrato, ho sentito il bisogno di capire se fosse possibile adottarlo, o comunque aiutare quei cani in qualche modo. Da allora ho cercato notizie ovunque: ho contattato vigili, carabinieri, forestale, canili della zona, e infine anche la Procura di Firenze, sapendo che si trattava di un sequestro penale.
Purtroppo, nonostante le tante telefonate e mail, non ho mai ricevuto una risposta chiara. Le uniche persone che mi hanno ascoltata con gentilezza siete stati voi, di Ok! Mugello. Anche se allora non avevate informazioni aggiornate, mi avete risposto, e questo per me ha significato molto.
Oggi, a distanza di tempo, penso ancora a quei cani. Mi chiedo che fine abbiano fatto, se siano stati curati, se qualcuno li abbia adottati. Non voglio avere rimpianti: desidero solo delle risposte.
Vi ringrazio di cuore per la sensibilità che dimostrate e per l’attenzione che dedicate a chi, come me, non smette di cercare la verità.
Perché, come dico sempre: domandare è lecito, rispondere è cortesia.Con affetto,
Lettera firmata


