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Referendum flop. Una riflessione in redazione

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La riflessione di Giampaolo Giannelli, centrodestra Dicomano e Fratelli d’Italia:

Il 12 giugno ha certificato, semmai ce ne fosse ancora bisogno, il distacco sempre più accentuato tra la politica ed i cittadini.

Una (prevista) partecipazione bassissima al voto, anche in territori come Mugello e provincia di Firenze che in passato registravano alte percentuali.

Certo, il flop di partecipazione al referendum era atteso. Votazione in un solo giorno, di giugno. Blackout informativo a livello mediatico, quotidiani nazionali come La Repubblica che incitavano al non voto hanno favorito un risultato così negativo. A questo si aggiunga una generale decrescente partecipazione popolare, sia agli istituti della democrazia rappresentativa, cioè le elezioni, sia agli istituti della democrazia diretta, cioè i referendum. La seconda è che le richieste sono state troppe: dal 1970 al 2022 sono stati presentati 666 referendum abrogativi e 23 referendum costituzionali. I referendum votati dagli italiani sono stati 73. Tanti, troppi. Ed ecco il risultato. A questo si aggiungano i fatti vergognosi, di Palermo, indegni di un paese che si considera civile, con 170 presidenti di seggio mancanti e l'apertura di decine di sezioni elettorali con 6/7 ore di ritardo. Il Ministero degli interni ha piena responsabilità su quanto acacduto. Al netto di tutto questo penso che l'istituto referendario, come ho già affermato, vada riformato. Anche il quorum del 50+1% degli aventi diritto valeva in altri tempi, certo non oggi, quando l'astensionismo sale sempre più.

Indipendentemente dal flop in termini di affluenza alle urne, comunque, il problema Giustizia in Italia esiste eccome. Una Giustizia da rendere più rapida ed efficiente, senza le storture ed i condizionamenti attuali.

Anche per l'elezione dei Sindaci la partecipazione è stata scarsa visto che ha votato in media solo un elettore su due. Certamente sono molti i fattori di questa disaffezione, di questo risultato. La causa principale di questo risultato risiede anche, anzi soprattutto, nei comportamenti della politica nazionale. Dalle elezioni politiche del 2018 ad oggi sono cambiati 3 governi, con maggioranze parlamentari fuori da ogni logica e partiti che si erano presentati su fronti contrapposti ritrovatisi poi a governare insieme.

Un pasticcio, una confusione che certamente allontana i cittadini dalla politica. Solo comportamenti virtuosi e posizioni chiare e nette, senza compronessi, possono riavvicinare i cittadini alla politica e renderli partecipi delle scelte, in varie forne e modi.

 

Giampaolo Giannelli, capogruppo centrodestra Dicomano e membro assemblea regionale Anci Toscana.

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Commenti 3
  • Bruno Vinci

    Un mio parere: Mi sembra inutile chiedere ai cittadini di esprimersi su di una votazione che sia referendaria o politica, quando poi l'indicazione popolare e Sovrana ,non viene presa in considerazione,agendo al netto contrario, sono anni che la volontà dell'elettore non viene considerata!!!

    rispondi a Bruno Vinci
    lun 13 giugno 2022 01:30
  • Eleonora

    Vorrei concludere dicendo che il problema della giustizia così come posto interessa soltanto chi ha avuto o ha problemi con la giustizia ( non i poveracci che non possono certo indire un referendum) , quindi politici e amministratori trasversalmente a tutti i partiti, anche il suo, industriali, lobbisti, portaborse, avvocati, mafiosi, camorristi e Ndranghetisti che attraverso i loro sodali in parlamento vorrebbero far pagare i conti alla magistratura che li ha condannati o silenziare la magistratura che li condannerà. Alla gente interessa il costo della vita, il lavoro (sottopagato), la salute e anche il clima. La giustizia è solo quella sociale, non ne esiste un’altra. Come dice il suo collega Ticci la gente non è ignorante , ha visto OLTRE le trame dei faccendieri.La saluto e buon lavoro

    rispondi a Eleonora
    lun 13 giugno 2022 11:10
  • Eleonora

    Gentile sig Giannelli, vorrei risponderLe cominciando dalla fine della Sua lettera. Peccando o di ingenuità o di malignità asserisce che la politica deve essere chiara e netta senza compromessi. Ma la vera politica è fatta di compromessi: chi vince un’elezione e governa, dal comune al governo di una nazione, ha il dovere di fare compromessi in continuazione perché governa anche a nome di chi non l’ha votato, chi vince ha vinto un’elezione non significa che ha ragione. Da tempo si vota in un solo giorno e se la corte costituzionale non avesse bocciato gli altri due referendum forse la gente avrebbe votato più numerosa. Il quorum deve rimanere al 50% +1 altrimenti un mucchietto di persone potrebbe decidere per il resto del paese. Mi vengono i brividi a pensarci.

    rispondi a Eleonora
    lun 13 giugno 2022 10:57