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Vaglia, la Cannabis e lo striscione. Il sindaco spiega

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Vaglia, la Cannabis e lo striscione. Il sindaco spiega Vaglia, la Cannabis e lo striscione. Il sindaco spiega © n.c.
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Si è creata una certa dose di polemica dopo la decisione del sindaco e della Giunta di Vaglia di esporre uno striscione (anzi due, perché è stato rubato e subito sostituito) in favore della liberalizzazione della Cannabis. In questo lungo post su Facebook Borchi spiega i motivi della sua decisione:

Abbiamo esposto, come Amministrazione, uno striscione, anzi due, sul balcone del municipio a favore della liberalizzazione della cannabis e suoi derivati. Qualcuno dice che deve essere rimosso perché non tutti i cittadini condividono questa scelta. Se una Amministrazione dovesse deliberare, prendere una posizione, solo quando il consenso è unanime......moriremo di inedia. Intanto cominciamo a chiarire un aspetto fondamentale: siamo nel campo delle idee. Abbiamo preso una posizione in relazione a qualcosa che auspichiamo; stiamo prospettando un'alternativa allo stato attuale. Ergo stiamo esprimendo una nostra convinzione, articolata, contestualizzata, motivata, che mettiamo a confronto. E qui è il primo gradino importante che vogliamo salire: diamoci, per tutti, la libertà di parlare di tutto. Non abbiamo paura di entrare in argomenti sconvenienti. Di profanare il terreno inviolabile. La parola tabù deriva dalla lingua dei popoli oceanici. Sta a significare l'area di rispetto intorno ad una divinità, dove l'uomo comune non può avventurarsi. Ma un conto è il sacro ed un conto è l'uso di collocare temi puramente umani ed immanenti nel recinto dell'inviolabilità. Tanto perché non se ne parli. Cosa temiamo? Voltaire affermava: “Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”. Ogni qual volta restringiamo il diritto della parola ad un altro, specularmente soffochiamo la nostra mente, conculchiamo il nostro sentire e la nostra intelligenza. Le droghe sono un tabù. Come se quando le nominiamo, senza legarle automaticamente ad un distinguo, ci bruciassimo la coscienza e dovessimo finire all'inferno. Come se la sostanza ( e quale di tutte quelle conosciute?) avesse un'attrazione letale che bastasse provarla una volta per rimanerne schiavo. A causa di ciò non se ne parla, non si dà informazione. Non si contestualizza il fenomeno, che è molto complesso nelle sue articolazioni e nelle sue ricadute sociali. Al di là del merito, se la scelta di liberalizzare la cannabis (sono disposto a parlare ovunque e con chiunque) sia valida oppure no.........Ebbene sì, se questa nostra presa di posizione, serve a confrontarsi, a calare il fenomeno, non solo della cannabis, ma di tutto il mondo delle droghe, nel concreto ed ad apportare informazione, allora abbiamo raggiunto lo scopo. Io sono venuto a fare il sindaco con un obiettivo fondamentale: cercare di far crescere i miei concittadini in conoscenza e consapevolezza........” fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e conoscenza” Lo diceva un nostro illustre antenato, un po' arcigno, con pochi peli sulla lingua. Augh. Sindaco Leonardo
Sulla pagina Facebook di Borchi a seguito del post si è scatenato un certo dibattito, tra chi lo definisce un sostenitore di scelte politiche lungimiranti e chi invece ricorda come certi temi esulino dai compiti di un sindaco. Il dibattito è aperto...

 

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Commenti 1
  • LUIGI

    bigotti siete voi con tutte queste s*******e. Speriamo che vi fumi il cervello con la cannabis

    rispondi a LUIGI
    mer 2 novembre 2016 09:13