OK!Mugello

Servizio civile. La delegata mugellana: «Vogliamo più tutele»

  • 192
Servizio civile. La delegata mugellana: «Vogliamo più tutele» Servizio civile. La delegata mugellana: «Vogliamo più tutele» © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

Nel senso comune, nella percezione della cittadinanza, il Servizio Civile (regionale e nazionale) è una macchina ben oliata indispensabile per il territorio, un aiuto concreto a favore di enti pubblici e/o privati. Ed è vero: opera nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’utilità sociale, anche, e soprattutto, a vantaggio di un potenziamento dell’occupazione giovanile. Ma, a sorpresa, proprio sull’ultimo punto arriva il monito della delegata regionale per il Mugello, Jessica Pretolani (una delle otto figure elette in tutta la Toscana per la durata di un anno). In carica dal marzo scorso dopo la votazione online, e membro attivo fino a settembre 2016 alla Misericordia di Vicchio, ha fatto delle rivendicazioni sindacali il perno del suo programma elettorale. L’obiettivo è chiaro: migliorare l’efficacia del servizio civile; garantire le dovute tutele a chi nel quotidiano dà, o cerca di dare, un contributo; evitare difficoltà e ostacoli per i ragazzi; regolare, senza sbilanciamenti, i rapporti tra lavoratori e supervisori dei progetti. «Si dovrebbe aumentare uno stipendio da miseria (poco più di 400 euro)afferma la Pretolanie non ammettere episodi in cui i ragazzi sono tenuti a lavorare più di quanto il loro contratto esiga: e purtroppo succede. Inoltre, in quanto delegata, vorrei ci fossero dei benefit concreti: non si può far pagare il parchimetro di tasca propria; oppure, per gli universitari, non pensare a delle borse di studio che, almeno, permettano di recarsi nelle mense gratuitamente. Da tempo il problema è sotto gli occhi di tutti». La questione arriverebbe anche al di là delle singole agevolazioni non concesse: «Succede, e più spesso di quanto si creda, che i ragazzi si ritrovino mansioni da svolgere sulle ambulanze. Però il contratto di servizio civile nazionale è chiaro a riguardo: ''Non è possibile svolgere emergenze su ambulanza durante le ore di servizio civile per un fatto assicurativo, ma solo come volontariato (quindi niente retribuzione)". Così non è: se manca un volontario per la Delta (ambulanza di emergenza che opera tramite il 118), noi siamo usati come rimpiazzo, come ‘tappa buchi’. Cosa succederebbe poi se ci fosse un eventuale controlloInoltre, le forzature su tempi e modalità di lavoro non si fermerebbe qui. Più in generale, e a livello italiano, si è puntato il dito contro l’eccessiva ingerenza, se non vera e propria costrizione, da parte degli OLP (Operatori Locali di Progetto) - cioè le figure specifiche che coordinano un determinato servizio - sui giovani, indotti a portare a termine operazioni in cui non hanno ancora maturato la necessaria esperienza (un esempio: far assumere medicinali ai pazienti). «Con questo stipendio – continua la delegata regionale - e facendo 30 ore settimanali (anche se non di rado si supera la cifra e si è chiamati anche quando si dovrebbe stare a casa), non è accettabile far finta di nulla. Chi entra a far servizio spesso ha meno di vent’anni e il più delle volte si subisce senza alzare la voce. Credo l’andamento vada cambiato; ma non per chi, come me, è dentro da un po’ o sta concludendo: ma per quelli che entreranno e hanno voglia di aiutare. Senza essere sfruttati».  

 

Lascia un commento
stai rispondendo a