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Pedalata sulla prima neve. Racconto e foto

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Pedalata sulla prima neve. Racconto e foto Pedalata sulla prima neve. Racconto e foto © n.c.
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"Uscendo questa mattina, prima di fare colazione, vedendo la prima preannunciata neve sull’Appennino, ho subito capito che il Capitano ci avrebbe condotti ad assaggiarla con le nostre ruote artigliate". Inizia così il nuovo racconto di una bella avventura mugellana su due ruote, scritto dal nostro collaboratore Guglielmo Braccesi. Ecco il resto:

Il Capitano, si sa, è un grande amante della neve e nonostante il suo mezzo secolo abbondante, ogni volta che ne ha la possibilità, ama giocarci come un fanciullo. Diversamente il Presidente, da buon animale a sangue freddo, predilige l’estate ed il caldo torrido e quest’oggi, vedendo la neve, immagino abbia faticato non poco a calzare casco e guanti. Ma al nostro classico ritrovo del Viale Kennedy, siamo comunque tutti presenti, consapevoli di quello che ci aspetterà. Ed infatti troviamo un Capitano raggiante, un Presidente preoccupato e la solita ciurma oramai abbandonata al trascorrere degli eventi. Partiamo in direzione Crocioni di Scarperia, Sant’Agata, per proseguire verso Cavallico. Il fondo bagnato e poco scorrevole lascia ben presto posto ad una strada innevata, solcata dalle ruote dei fuoristrada dei cacciatori e dalle nostre ruote grasse da bici da montagna. Intanto il sole ha preso il sopravvento sulle poche nuvole rimaste e gli spiragli che passano attraverso gli alberi, ti riscaldano quel poco che serve a non patire troppo. Saliamo di buon passo, ma senza strafare, siamo a novembre ed è la stagione dei “sotto soglia” anche per i più accaniti competitori. Al Passo del Giogo non aspetto nessuno prima di entrare nel bar. Ho le mani talmente congelate che mi sembra tiepido pure un termosifone spento da giorni. La proprietaria del bar, nei suoi spassionati consigli su come non patire freddo riesce a scongelare due o tre neuroni del Presidente che, avendone altri ancora rattrappiti dal freddo, si lancia in una richiesta al limite della decenza, di mettere cioè le proprie mani fra le sue cosce… La proprietaria non si scompone oltremodo, forse comprendendo il delirio del refrigerato, o forse il fascino del Presidente ha fatto breccia, chissà… Pausa caffè per poi ripartire in direzione Colla, in un sentiero completamente innevato. Arrivati alla capanna dei cacciatori ci fermiamo ad aspettare i ritardatari e nel mentre girello distrattamente con la bici, mi prodigo in un cappottamento in avanti, con tuffo nella neve, degno del miglior stunt man che conosca. E pensare che mi si erano appena riscaldate le mani… Ripartiamo verso il Rifugio di Frassineta, in un sentierino particolarmente scivoloso, ma veramente bello da percorrere con tutta quella neve. Dopo Frassineta la neve comincia a diradarsi, per poi scomparire del tutto, permettendoci di riprendere un’andatura un po’ più rapida, fintanto che Vanni e Stefano forano. Dallo zaino di Vanni cominciano ad uscire camere d’aria, leve, bombolette, ognuna inservibile per diversi problemi. Mette fine all’attesa il solito scout che presta una camera d’aria al povero Vanni, ormai in ritardo sul rientro previsto che lo doveva vedere a pranzo dai suoceri. Ma si sa, le disgrazie non vengono mai da sole e rimontata la ruota e fatti 100 metri, s’è sentito un botto ed abbiamo rivisto Vanni di nuovo con la ruota a terra. Secondo Pit Stop, con una prima camera d’aria gentilmente offerta da Parabola, ma inusabile causa mancanza della valvola e seconda camera d’aria offerta da Luca, con la quale, anche se di un’altra misura, siamo riusciti a rimettere in sesto la ruota di Vanni e farlo ripartire, anche se in ritardo, verso casa. Solito arrivo a Borgo con volata finale, poi ognuno verso casa....

 

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