'Pueblo'. Successo di Ascanio Celestini a Barberino. Cronaca e impressioni © n.c.
Guarda attraverso le tende mentre parla con Pietro e gli spiega la differenza tra un guardone ed un poeta, il guardone spia la vita degli altri, il poeta se la immagina. Inizia così “ Pueblo ” il nuovo bellissimo spettacolo di Ascanio Celestini andato in scena davanti ad un pubblico entusiasta al Corsini di Barberino il 17 gennaio. Secondo capitolo della trilogia iniziata con “Laika” presentato a Vicchio un paio di stagioni fa, anche “ Pueblo ” osserva l’umanità di personaggi particolari ai limiti della società. Si immagina la vita di Violetta della quale oltre le tende intuisce solo la sagoma, lei lavora in un supermercato, è la regina della cassa e mentre sua madre prepara zuppe liofilizzate ricorda il padre che sapeva “fare tutto”. Poi l’attenzione dell’artista romano si sposta su Domenica, la barbona che non chiede l’elemosina e vive da trent’anni nel prefabbricato riservato alla guardia del supermercato. L’amore della barbona e di Said magazziniere di colore che si gioca tutto alle slot, tiene il pubblico attento, quasi rapito per una storia veramente commovente. La donna delle slot, l’ortolana che vende i mandarini, lo zingaro di otto anni che fuma, le suore carceriere, ci sono tutti i personaggi immaginati da Celestini, tutti indifferenti a quel sacchetto azzurro sul marciapiede. Lo spettacolo è bello e gli spunti di riflessione che offre sono veramente tanti, l’immagine della barbona che entra insieme a Said nel magazzino e si trova davanti le ombre dei profughi morti in mare è da accapponare la pelle. Un boato di applausi ha salutato questo nuovo grande spettacolo di Ascanio Celestini che accompagnato dalle musiche originali composte da Gianluca Casadei, è riuscito a trasportare il pubblico in un universo fatto di povertà, ma capace di splendere di un amore speciale.
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