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Nordio: “Sollicciano è superato, cerchiamo nuovi spazi ma non ci sono risorse per costruire altre carceri

Il ministro a Firenze ha parlato anche della riforma della giustizia: “È una rivoluzione in tre parti. Sciopero dei magistrati? Gli italiani non capirebbero”

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Carlo Nordio Ministro della Giustizia Carlo Nordio Ministro della Giustizia © wikipedia
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“La situazione del carcere fiorentino di Sollicciano la conosco da tempo, è  uno dI quelli con le maggiori criticità. Abbiamo un dossier del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) che le indica tutte, insieme ai modi per porre qualcosa che somigli a un rimedio”. Lo ha affermato ieri (martedì 04 giugno 2024) il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a Firenze per un incontro promosso da Fratelli d’Italia insieme alle associazioni forensi.

“È un carcere nato con caratteristiche oggi superate. Le risorse per costruire carceri nuove non ci sono e se anche ci fossero costruire nuove carceri non ha l’immediatezza che il momento richiede.
Stiamo cercando, e lo abbiamo già fatto a Grosseto, nuovi spazi compatibili con la funzione del carcere che è proteggere all’interno e all’esterno, spazi aperti che consentano lavoro e sport che sono due elementi fondamentali su cui puntiamo tantissimo”,
per arrivare alla recidiva zero. 
“Abbiamo già trovato fondi per rimediare alle criticità più evidenti e urgenti, ma non possiamo nasconderci dal fatto che il problema va risolto alla radice”, ha sottolineato il Guardasigilli. “Il sovraffollamento non lo risolvi mandando fuori i delinquenti ma neanche tenendoli dentro in condizioni disumane”.

Ma al centro dell’intervista con la caporedattrice della ‘Nazione’ Erika Pontini c’era soprattutto la riforma della giustizia, definita da Nordio una “rivoluzione” per quanto riguarda separazione delle carriere, ‘sdoppiamento’ del Csm e Alta Corte di giustizia.

Sulla prima, il ministro ha detto di concordare sul fatto che “già quasi esiste con la riforma Cartabia ma va affermata una questione di principio per la ristrutturazione completa del Csm”, ricordando poi come anche Falcone fosse favorevole: “Se le parole hanno un significato, quando Falcone dice che sono due figure strutturalmente differenziate, che cosa volete, è oltraggiare un defunto perché non può parlare? Le ha dette lui a un giornalista di Repubblica quando era in vita. Sono rimasto dolorosamente stupito che persone abbiano alterato le parole di un collega che è morto come sappiamo”.

Per quanto riguarda la riforma dei “due Csm”, Nordio ha sottolineato che “la magistratura non deve essere indipendente solo da potere legislativo ed esecutivo ma soprattutto da se stessa. Con il sorteggio tutto questo viene tagliato”.
Ci sarà un sorteggio tra i non togati già selezionati dal parlamento e uno tra i magistrati, che dovranno avere almeno 15 anni di esperienza e quindi saranno già stati valutati positivamente tre o quattro volte. “Il che significa che il magistrato in questione è intelligente, bravo, capace e onesto. Questo canestro dei magistrati è per forza composto da persone iperqualificate. Il sorteggio serve a spezzare il legame tra eletti e elettori, a spezzare il potere delle correnti. È questa l'innovazione epocale”.

Qui Nordio ha usato toni particolarmente duri: "se il parlamentare va a chiedere il voto è fisiologico che poi quando viene eletto abbia un rapporto privilegiato con il suo elettorato, con la sua costituency, il suo elettorato. Per i magistrati è la stessa cosa. Tra Tizio e Caio si genera una specie di mercimonio, ripeto assolutamente lecito, fino a che non raggiunge le patologie del caso Palamara”. 

E anche su un eventuale sciopero contro la riforma, il giudizio di Nordio è netto: “Spero non lo facciano, anzitutto per una ‘ragion pura’: se vogliono essere considerati un potere”, come l’esecutivo o il legislativo, “non possono scioperare. C’è anche una ‘ragion pratica’: lo sciopero è un sacro strumento di lotta della classe lavoratrice ed esiste anche per alcuni casi la precettazione. Se i magistrati accettano questo tipo di lotta che facciamo la precettazione dei pm? Arriveremmo ad una contraddizione metafisica. Per cui spero che non scioperino”. E poi, ancora, una terza ragione: Nordio si è detto convinto che “che gli italiani non capirebbero uno sciopero dei magistrati che sono visti come una casta privilegiata” e il credito della categoria, “già crollato in questi anni, crollerebbe ancora di più”.

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