OK!Mugello

Migranti alla stazione di Borgo. OK!Mugello ha visitato la struttura. Reportage, foto e cronaca

  • 3
  • 824
Migranti alla stazione di Borgo. OK!Mugello ha visitato la struttura. Reportage, foto e cronaca Migranti alla stazione di Borgo. OK!Mugello ha visitato la struttura. Reportage, foto e cronaca © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

Le storie, le condizioni ma anche le contraddizioni di questi ragazzi dalle vite sospese. Adesso sono in 45, vengono da Nigeria, Costa d'Avorio, Mali, Senegal, Gambia, Gana e perfino dalla Cina. Il più 'anziano' di loro ha circa 50 anni, il più giovane 18. 45 vite sospese in attesa di un pronunciamento della competente commissione sulle loro richieste di asilo. Un pronunciamento che, ci spiegano gli operatori, arriva dopo molti (troppi) mesi; ed è molto spesso negativo in prima istanza (quasi il 90% delle volte). Quindi, appoggiati dalla cooperativa che li ospita e li assiste, si presenta ricorso. E passano altri mesi in attesa di un incerto destino. E' in questo quadro di sospensione e di attesa che passano le giornate al Cas (Centro Accoglienza Straordinario) gestito dalla Cooperativa Sociale Albatros 1973 nei pressi della stazione di Borgo San Lorenzo (nell'immobile che serviva da dormitorio per i ferrovieri in transito dalla stazione di Borgo). Centro visitato nei giorni scorsi dalla redazione di OK!Mugello. E che, a quanto ci hanno detto, è stata la prima redazione (a parte alcuni documentaristi nei mesi scorsi) a far entrare dei giornalisti nella struttura. Cogliamo l'occasione, dunque, per visitarla: le sale mensa, la cucina (che serve per scongelare e scaldare le vivande, che arrivano congelate e precotte da una società esterna), poi i corridoi ed i vani scala (tutti ridipinti e 'disegnati' dai ragazzi con murales che richiamano la loro terra e la loro tradizioni). Fino alle camere: ciascuna con due letti e il bagno (solo al primo piano le docce sono in comune, al secondo ciascuna camera dispone anche di doccia). Infine incontriamo alcuni di loro. Ma nessuno vuole raccontare niente del proprio passato. Troppo doloroso, dicono, e poi temono di interferire con il lavoro della Commissione che (come una sorta di Grande Fratello burocratico) dovrà decidere sul loro destino e sul loro futuro. Incontriamo Festus (nigeriano di 25 anni), uno dei volontari che hanno fatto il corso di soccorritore e che, al momento, prestano servizio sulle ambulanze della Misericordia di Borgo San Lorenzo. "E' molto importante aiutare - ci dice orgoglioso - E le persone quando mi vedono sono contente". Poi Michele (nome italianizzato di un altro nigeriano di 34 anni), ma neanche lui vuole raccontarci nel dettaglio la sua storia. Allora rispettiamo il loro silenzio e parliamo con gli addetti del centro: con la responsabile (Maria Concetta Russo) e con due operatori (Marta Donelli e Andrea del Torchio). Ci raccontano dei corsi e della scuola, che i ragazzi frequentano per alcuni giorni a settimana presso il centro di Borgo (il CPIA adiacente alle scuole medie). Perché, chiediamo loro, il parere della Commissione è quasi sempre negativo in merito alle richieste di asilo? Ci spiegano che si tende a giudicare più la situazione generale degli stati di provenienza che le storie dei singoli. E che, per questo, in pochi ottengono il diritto di asilo in prima istanza. E' insomma, lo sanno bene i lettori, l'annosa questione della distinzione tra migranti economici e 'reali' profughi, che tante polemiche genera anche a livello nazionale. Ma oggi il nostro compito è un altro. E', cioè, provare a conoscere questa realtà con cui (volenti o nolenti) i borghigiani convivono ogni giorno (anche se in molti preferiscono far finta di non vedere). Come gli abitanti delle case adiacenti al centro: "Abbiamo provato a coinvolgerli in ogni modo - spiegano gli operatori - anche per insegnare ai ragazzi a curare un orto. Ma non abbiamo ottenuto niente". C'è, insomma, tanta diffidenza. Vediamo ora qualche numero relativo al centro Cas di Borgo. Ora, dicevamo, ospita 45 persone. Ma negli anni sono state anche 68. Spostati, pare, in altri centri. Quelli che si sono allontanati (volontariamente) sarebbero meno di dieci (da maggio 2016). Degli altri, in 6 hanno avuto riconosciuto il diritto di asilo (e sono passati agli Sprar, come il Villaggio La Brocchi), 1 è stato rimpatriato e 2 hanno trovato lavoro nella zona. Il turnover, a sentire gli operatori, sarebbe insomma limitato. Anche perché, spiegano, in Toscana in questo momento non ci sono arrivi. Poi l'aspetto economico. La responsabile del centro precisa di non sapere con esattezza quanto viene corrisposto alla sua cooperativa per ogni migrante ospitato. I conti, spiega, vengono fatti da altri uffici. Comunque, afferma: "Siamo circa sui 30 euro, al giorno a migrante". Poi c'è la diaria ai ragazzi: circa 2,5 euro al giorno. A fronte di questo la cooperativa deve pensare a tutte le necessità: assistenza, alloggio, vestiti, scuola, vitto ecc. Prima di uscire dalla struttura, ancora una visita alle camere. Troviamo alcuni ragazzi a studiare, altri a giocare a calcino, altri ancora seduti nel piazzale della struttura. Li lasciamo lì, in attesa, chissà per quanto ancora...

 

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 3
  • giampiero Mugelli

    mi domando per prima cosa se tutti questi baldi ragazzi sono veramente profughi di guerre o altro aventi diritto di essere serviti e riveriti per anni senza dare niente in cambio, rifiutando perfino di farsi conoscere meglio non hanno fatto mai niente e lavorare non gli piace ha una alta percentuale. Chiesi a diversi personaggi che ogni giorno sostano alle coop oppure in prossimit di bar o parcheggi se volevano lavorare per me una quindicina di giorni per 6 ore giornaliere con un compenso di 60 euro da tutti mi sent rispondere in ugual modo: io ho gi un lavoro quale ? chiesi. La risposta fu! questo che fo ogni giorno gli spiegai che in Italia questo non un lavoro: mi risposero per voi no ma per noi si. ecco a chi diamo tre pasti al giorno li serviamo e li lasciamo oziare pagando loro luce gas e l'aria che respirano, tanti diritti e nessun dovere per loro. personalmente tra non molto finisco 70 anni e devo inventarmi per arrivare alla

    rispondi a giampiero Mugelli
    mar 7 novembre 2017 02:10
  • giampiero Mugelli

    fine del mese con una pensione di 916 mensile pagando pure l'aria che respiro. Ho lavorato e dato ricchezza all'ITALIA e confrontandomi con questi sani grassi bravi ragazzi mi sento discriminato dallo stato ITALIA . non parliamo di Razzismo non facciamo politica, ma! sarebbe equo pensare pure ai cittadini Italiani che pagano tasse hanno molti doveri e pochissimi diritti. Comunque da cittadino Italiano spero che cambi il vento e si porti via questo laicismo liberale con annesso ateismo marxista che ha ridotto l'Italia e l'Europa in un cesso a cielo aperto in quanto a queste cooperative posso chiedere perch continuate a fare tutto questo? Non rispondete per favore " lo facciamo per carit cristiana " ha babbo natale non ci credono pi neppure i bimbi se venissero meno i 35 euro a cranio di soldi pubblici che riscotete ha nessuno gli fregherebbe pi niente di questi poveri baldi ragazzoni

    rispondi a giampiero Mugelli
    mar 7 novembre 2017 02:10
  • renzo bartoloni

    mi fa piacere che questi giovanotti in gran forma, provenienti in maggioranza da paesi, che non hanno emergenze umanitarie, abbiano belle camerette con doccia, tre pasti a giorno, bici, smartphone con sim card pagata e 75 euro al mese come pocket money. Vorrei che anche i quattro milioni di italiani che sopravvivono a fatica sotto il livello di povert, avessero tanti gentili addetti che provvedono alle pulizie, ai pasti, alle pratiche burocratiche e fossero forniti di 75 euro mensili a testa, affitto e riscaldamento gratuito, telefono (anche non smart perch in molti casi non saprebbero usarlo) e scaheda sim.

    rispondi a renzo bartoloni
    mar 7 novembre 2017 09:56