OK!Mugello

Via degli Argini. Storia e storie della secolare strada di accesso a Borgo

Compreso il curioso aneddoto delle pecore che 'sparivano'

  • 2
  • 1664
Via degli Argini a inizio '900. Foto 1 Via degli Argini a inizio '900. Foto 1 © Archivio Aldo Giovannini
Font +:
Stampa Commenta

(Diciasettesima parte).  Una porzione di Borgo San Lorenzo che nel corso del tempo si è completamente trasformata, rendendo difficile il ricordo di quella che nel tempo era la sua conformazione urbanistica; se non per gli appassionati di storia locale ed amore per il proprio paese sfogliando libri stampati all’uopo. 

Questa volta ci occupiamo dell’attuale via degli Argini, una strada che dal Ponterosso svoltando a destra si immette in quello, ormai non più utilizzato, grande piazzale del Mercato, ricordato ancora con il toponimo di Zeti; nonostante che questa antica famiglia (gli Zeti appunto) si sia estinta da oltre due secoli e mezzo, come si legge negli antichi archivi degli Stati di Famiglia del Castello borghigiano della Curia Arcivescovile di Firenze. Questa strada nacque verso la metà del’800 (1846) quando il torrente Le Cale, deviato dell’attuale via Marconi e Ponterosso, venne protetto, per paura delle esondazioni, innalzando dei grossi bastioni denominati appunto “argini”: di lì a via degli Argini il passo fu breve. 

L’immagine n.1  ci mostra questa strada: per entrare in piazza di Zeti (alias piazza del Mercato), i barrocci, i calessi, le carrozze e ovviamente le persone, dovevano passare sotto un arco, dove è in essere attualmente, metro più metro meno, il ristorante condotto da una famiglia cinese. Si racconta, che i pastori quando portavano le pecore al pascolo nei pratoni esistenti fuori Borgo, verso Ripa e la Torre, ne contavano sempre una o due in meno. Sotto quell’arco qualche mano lesta  faceva sparire pecore ed agnelli, a parte uno sfortunato malandrino che invece della pecora tirò per le gambe un cane pastore con tutte le conseguenze che ne derivarono dopo!

Abbattute le antiche case di quel vecchio sobborgo nato al di fuori delle mura castellane, Via degli Argini fu allargata, sorsero dei piccoli laboratori artigianali (falegnami, fabbri ferrai, funai  e canapini, quindi stalle e stallaggi dei sensali e mediatori, quindi qualche fabbrichetta, come quella più importante del lanificio guantificio “Stefanini” e sul davanti il calzaturificio “Aiazzi”.

La strada era contornata da alberi, poi con l’abbattimento di tanti vecchi annessi, ecco alti palazzoni, edifici istituzionali e civili, uffici e laboratori, addirittura anche Istituti di Credito. Con l’apertura circa 30 anni orsono, di Via Caduti di Montelungo, gli automobilisti possono raggiungere  più facilmente  la parte sud est di Borgo, e via degli Argini è divenuta una strada di  intenso traffico veicolare. Il malandrino che aspettava il passaggio delle pecore è ormai una lontana e simpatica leggenda storica. Molto bella la frase di Don Canuto Cipriani, pievano di Borgo San Lorenzo dal 1904 al 1928, sotto la vecchia immagine-cartolina,  si legge: ” la da Ponente minaccioso sale su Borgo il temporale…..”. (Continua) 

Foto 1: Inizio ‘900. L’antica Via degli Argini con sullo sfondo l’arco per entrare in piazza del Mercato. 

Foto 2: Anni ’30 del ‘900. Un particolare di via degli Argini tutta alberata. 

Foto 3: Anni ’70 del 900. A sinistra  la vecchia fabbrica di filati (lane, guanti e capelli)  “Stefanini”. 

Foto 4: Anno 2021. Comparazione dopo  quasi i 50 anni dall’immagine n. 3 

(Foto e archivio A. Giovannini) 

  

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 2
  • Andrea

    Grazie Aldo per questo articolo. In Via Degli Argini abitavano i miei nonni paterni e lì, fra la Via ed i Bastioni, ho passato alcune belle estati della mia infanzia.

    rispondi a Andrea
    dom 5 settembre 2021 01:23
  • leonardo romagnoli

    Queste immagini sono sempre molto interessanti. Mi è venuta però una curiosità relativa alla dicitura sulla cartolina "tramonto minaccioso" perchè il sole tramonta verso San Piero mentre se la cartolina indica l'ingresso a zeti guarderebbe verso Vicchio. Insomma invece di un tramonto sarebbe un'alba

    rispondi a leonardo romagnoli
    dom 5 settembre 2021 08:16