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Borgo com'era. La storia delle feste rionali di San Lorenzo

Un racconto per parole e immagini a cura di Aldo Giovannini

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Foto 1 Foto 1 © Archivio Aldo Giovannini
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(Tredicesima parte). La conformazione urbanistica di Borgo San Lorenzo, cioè il paese diviso in quattro rioni, risale addirittura nel 1351, quando il piccolo sobborgo, divenne un vero e proprio castello, con porte d’ingresso, circondato da mura merlate e torri di guardia. 

Osservando la Carta Topografica  dei Capitani di Parte Guelfa, datata 1585, si  nota che da Porta Fiorentina (Via Mazzini – antica via di Malacoda), la strada andava a congiungersi, oltrepassando piazza dell’Orologio,  a Porta di Ponente (ex Emporio di tessuti Manfriani) verso Santa Lucia.  Invece via del Corso, iniziava da Porta di Levante, (attuale Bar Italia) per raggiungere la Porta del Rosso (attuale Macelleria Tagliaferri). Quindi  il piccolo castello tracciato dalle due Vie principali si suddivideva in quattro piccoli rioni; due a destra e due a sinistra. 

Con il passare degli anni, segnatamente nel ‘700 e parte dell’800, fuori le mura Castellane, si formavano piccoli sobborghi, chiamati nel tempo il “Pozzino”, il “Mercato” il “Canto” “Zeti”, il “Poggio” “Sant’Andrea” il “Pratino” il “Cantone” il  “Rosso”, che nel tempo diverrà Ponte Rosso,  Santa Lucia etc.etc. 

 

Le possenti mura iniziavano a cadere (peccato !!) per far spazio a nuove abitazioni civili, e anche se  nascevano altre Vie, Vicoli, Slarghi e Piazzette, il Corso da una parte, dall’inizio alle fine, e Via Mazzini e via Pananti dall’altra  suddividevano sempre i quattri rioni che naturalmente  con il tempo si erano notevolmente allargati; il Ponterosso, il piazzale Curtatone e Montanara, piazza Gramsci, piazza del Poggio, Piazza del Popolo, piazzale del Mercato, le “Monachine”, via di Sieve (via Brocchi) etc,etc.  

Verso la fine del’800, in occasione della grandi feste Religiose e Civili (Festa del SS. Crocifisso, Festa del Patrono San Lorenzo, Festa del Corpus Domini, cerimonia dell’Unità d’Italia, cerimonie “garibaldine”, cerimonie Reali, cerimonie operaje, primissimi eventi sportivi  (vedi le corse ai cavalli) e folcloristici (vedi qualche piccolo carro allegorico durante il periodo carnevalesco) e quant’altro, ogni rione allestiva ed organizzava tutto quello -- sia in campo religioso, civile, sportivo e ricreativo -- che poteva dar lustro e visibilità al paese.  

Come nei migliori paesi, la rivalità fra rioni si faceva sentire e agli inizi del ‘900, cominciavano a prendere corpo le prime feste rionali, con  accorgimenti semplici, basate  però principalmente sul cibo. Su bancherelli senza un minimo di igiene, chi faceva più gustosa la polenta, chi  cucinava  i famosi “colli” di papero ripieno, i maccheroni, le budellina di gallina fritte, i barbi di Sieve, i migliaccini di sangue di maiale e poco altro. 

 

I ragazzi dei rioni poi si cimentavano a fare i tuffi in Sieve dal ponte ottocentesco, senza timori di farsi male poichè in quel punto l’acqua era profonda e il ponte molto più basso di quello attuale. 

Con l’avvento del fascismo, che diede impulso alle feste popolari di massa, (classico dei regimi dittatoriali), si diedero ai  quattro rioni anche i colori sociali: 

Colore giallo: Rione di Santa Lucia e vie limitrofe;

Colore verde: Rione di Sant’Andrea (Corso Matteotti verso il Santuario del SS. Crocifisso) e vie limitrofe;

Colore bianco-rosso: Rione Ponterosso e vie limitrofe;

Colore azzurro: Rione di Via Mazzini (Malacoda) e vie limitrofe. 

I giochi e gli eventi che venivano allestiti ed organizzati, si riferivano alla cultura dell’epoca: scenografie storiche, personaggi in costume, carri allegorici, corse ai cavalli, corse in bicicletta, gare di atletica leggera, ed in alcune annate, anche il gioco delle botti, il tiro alla fune, l’albero della cuccagna. 

Eventi semplici nella sostanza, ma molto impegnativi per tutti coloro che prendevano parte. Il paese ovviamente si colorava a festa e in tutte le strade, piazze, piazzette, larghi e vicoli dei quattro rioni, si faceva a gara a rendere il tutto più bello ed ammirato dalla straordinaria folla che seguiva queste feste. 

Poi con la sciagurata II° guerra mondiale (1940/1945) il tutto finì miseramente, e per vari decenni (a parte altri eventi sorti dopo la guerra), la “Festa dei Rioni” cadde nell’oblio.

Agli inizi degli anni ’80 (1982) un gruppetto di amici abitanti nel Rione di Santa Lucia (via Pananti, via F. Pecori Giraldi, largo Lino Chini, via Lapi e via Giotto Ulivi),  decisero di riportare alla luce questa festa, anche se in un solo rione: quello di Santa Lucia, così chiamato per la presenza fra ‘400 e ‘700 di un piccolo Convento di Suore dell’ordine di Santa Lucia.  

Questa festa che si svolgeva in settembre, ebbe vita circa 15 anni, e come si nota dall’immagini fotografiche e iconografiche, collegate a questa semplice storia paesana, ebbero un incredibile e straordinario successo di pubblico, per quello che veniva presentato; dalle danze ai  canti, dalle poesie ai racconti, dai cori classici ai cori popolari, dal Jazz alla melodia, dalla presenza copiosa di tanti pittori che esponevano le loro opere, alle  mostre di fiori, la tombola e i mercatini dei bambini, senza dimenticare le portentose porchette di “marmarica” e il “diavolo rosso”. 

Ci fu anche un timido tentativo (1991) del Rione “azzurro” (via Montebello-Zeti), ma durò lo spazio di due anni.  

Anche in questo caso la festa di Santa Lucia purtroppo decadde e per alcuni anni, ripiombò nell’oblio e come festa popolare (a parte  le secolari feste religiose e quelle politiche, oltre per qualche anno anche il “Pane in Pappa”), è rimasta solamente la mitica “Polentata delle Ceneri” che risale addirittura nel 1799 e il “Corso mascherato”. 

Poi il risveglio nel Terzo Millennio grazie un numeroso gruppo di giovani, che hanno sentito il bisogno di riscoprire le radici dei loro pro-genitori, organizzando ed allestendo eventi storici della nostra cittadina, con tanta passione ed altrettanta volontà, in forma moderna ovviamente, ma che hanno caratterizzato momenti di forte aggregazione, di amicizia, di competizione leale. 

Siamo ormai proiettati nel futuro, tante cose sono cambiate, ma la radice storica è resta. Pubblichiamo a corredo alcune significative immagini.

Foto 1: Carta Topografica del 1815. Il lungo Corso in orizzontale e via Mazzini -- via Pananti in verticale, formano  i 4 rioni paesani.

Foto 2: Il gagliardetto del 1936, con i colori dei 4 rioni. Piccola opera di Siro Chini. 

Foto 3: Una gara di atletica nei giardini comunale 

Foto 4: Un gruppetto di donne in costume d’epoca.

Foto 5: Una grande folla in piazza dell’Orologio.

Foto 6: Un gruppo di borghigiani in costume d’epoca

Foto 7: Un concerto in piazza Garibaldi della Banda Filarmonica “G.  Verdi”

Foto 8: Un concerto della corale “G.  Puccini” in piazza del Popolo.  

    

  

 

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